Le Arance della Salute di AIRC tornano sabato 27 gennaio

Comunicato stampa
0 sigarette, 5 porzioni di frutta e verdura, 30 minuti di attività fisica: tutti possiamo fare la nostra parte per ridurre il rischio di cancro. I volontari dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro saranno in 2.500 piazze e oltre 600 scuole con ‘Le Arance della Salute’, il primo appuntamento dell’anno per sostenere il lavoro di 5.000 ricercatori e promuovere l’importanza dei corretti stili di vita nel prevenire il rischio di cancro.

Sabato 27 gennaio l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro inaugura il nuovo anno di raccolta fondi insieme ai suoi volontari impegnati in oltre 2.500 piazze per distribuire “Le Arance della Salute”, frutto simbolo dell’alimentazione sana e protettiva grazie alle sue straordinarie proprietà. AIRC ha infatti scelto le arance rosse italiane, che contengono gli antociani, pigmenti naturali dagli eccezionali poteri antiossidanti, e circa il quaranta per cento in più di vitamina C rispetto agli altri agrumi.

Con una donazione di 9 euro sarà possibile ricevere una reticella da 2,5 kg di arance e una speciale Guida con preziose informazioni su alimentazione e cancro. Inoltre spazio a gustose e sane ricette a base di arance, firmate dagli chef de La Cucina Italiana, per portare, ogni giorno, sulle nostre tavole un pieno di vitamine.

La battaglia contro il cancro acquisisce ogni giorno nuovi strumenti grazie ai progressi della ricerca, ma è sempre più riconosciuta l’importanza dei corretti stili di vita. Il cibo che consumiamo diventa un alleato per la prevenzione, se insieme eliminiamo i fattori di rischio più importanti come il fumo e la sedentarietà. Oggi sappiamo che un tumore ogni tre potrebbe essere curato per tempo se tutti aderissimo ai protocolli di screening e di diagnosi precoce. Ma c’è di più: un tumore ogni tre potrebbe non svilupparsi per nulla se tutti seguissimo stili di vita salutari.

Alcuni tipi di tumore in particolare sono più sensibili agli effetti del cibo. La conferma viene da grandi studi internazionali, come EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), realizzato grazie anche al contributo di AIRC. Per oltre vent’anni i ricercatori hanno osservato le abitudini alimentari dei cittadini europei e i risultati confermano che esofago, stomaco e intestino – gli organi più direttamente coinvolti – sono quelli che beneficiano maggiormente delle abitudini preventive.

La sana alimentazione però non basta. È importante associare a una dieta equilibrata anche un’attività fisica regolare – anche solo 30 minuti di camminata al giorno – che contribuisce a diminuire del 20-40% il rischio di tumore al colon, all’endometrio e del polmone, oltre a influire sulla prevenzione del cancro al seno.

“Grazie ai progressi della ricerca e alla sempre maggiore conoscenza del sistema immunitario, oggi sappiamo che è possibile allenare le nostre difese naturali affinché siano sempre pronte a proteggere, nel modo migliore, il nostro organismo – sottolinea Alberto Mantovani, ricercatore AIRC, Direttore Scientifico IRCCS Istituto Clinico Humanitas e docente Humanitas University – È sempre più evidente che lo stile di vita costituisce per il nostro sistema immunitario una vera e propria palestra, perché ne influenza il funzionamento. 0-5-30 è la formula vincente da adottare ogni giorno: 0 sigarette, di qualunque tipo, 5 porzioni di frutta e verdura e 30 minuti di esercizio fisico moderato”.

L’immagine della campagna delle Arance della Salute vede protagonisti Andrea De Censi, ricercatore e direttore dell’Oncologia medica presso l’Ospedale Galliera di Genova, in rappresentanza dei circa 5.000 scienziati sostenuti da AIRC. Accanto a lui Elisa, una dei 20.000 volontari dell’Associazione: “Credo sia fondamentale stare sul campo. Non essendo ricercatrice questo è l’unico modo in cui posso dare una mano.

Francesca Stajano e Raffaello Sasson nuova coppia del cinema internazionale

Nelle foto la coppia cinematografica internazionale formata dal regista sceneggiatore e produttore Raffaello Sasson e l’attrice sceneggiatrice e produttrice Francesca Stajano in giro per il mondo con Frammenti.
Fondatori della Compagnia del Brivido con la quale hanno prodotto e lavorato rispettivamente come regista autore e attrice autrice gli spettacoli Parenti e serpenti, La mia vita per la musica, Allora come va?
Fondatori della 39step production, producono Hard Boiled Appuntamento alle 11 in punto, Il Demonio, ottengono riconoscimenti e Premi Internazionali con Frammenti/Fragments del quale é in preparazione il lungometraggio.
Coppia anche nella vita, dopo otto anni di fidanzamento e di lavoro artistico insieme, si sono sposati il 21 Agosto del 2017.

Ufficio stampa Giò Di Giorgio
ufficiostampagiodi@gmail.com IMG-20180120-WA0006[10456]

“Social Mente Pericolosa”. Salomè Da Silva diretta dalla madre Francesca Berger

COMUNICATO STAMPA

Di Gabriella Sassone
DEBUTTO GIOVEDì 25 GENNAIO ORE 21
TEATRO PETROLINI VIA RUBATTINO, 5 (TESTACCIO)

Torna in scena a grande richiesta, solo per 4 sere, dal 25 al 28 gennaio 2018 al Teatro Petrolini di via Rubattino 5, il divertente e attualissimo “Social Mente pericolosa“, già definito lo spettacolo teatrale rivelazione della stagione. Ne è protagonista la giovane e bellissima Salomè da Silva, attrice, doppiatrice e “Microfonina” del Maurizio Costanzo Show. Una figlia d’arte a tutto tondo, destinata dalla nascita ad emergere: il padre è il calciatore brasiliano João Batista da Silva; la madre è l’ex attrice, scrittrice, regista e sceneggiatrice Francesca Berger, moglie da 24 anni di Helmut Berger, che l’ha praticamente cresciuta. Salomè e Francesca hanno scritto insieme il testo, di cui la Berger cura la regia, i costumi e alcuni video che accompagnano lo show. Lo spettacolo, che prende di mira con lucida ironia il mondo dei social network, Instagram, Twitter, Facebook, Whats App, è una vera chicca. Salomè, che si trasforma in vari personaggi, donne “social addict” o meglio “social victims”, si dimostra un autentico “animale da palcoscenico”, in grado di far divertire e sorridere in quello che è un vero e proprio “one woman show”. Nelle due ore on stage, Salomè, come una Fregoli in gonnella, cambia continuamente abito (passa dalla soubrette anni ’90 alla donna delle pulizie toscana, dalla borgatara fake alla ragazza pugliese, dalla scatenata influencer emiliana alla fatale francesina, per poi trasformarsi in Suor Celestina, in una leggerissima Ofelia, una divertentissima Poppea, per finire ballando sulle note di “Alejandro” di Lady Gaga). Cambia ovviamente anche accento per ogni personaggio (dal pugliese al bolognese, dal romanaccio al francese). Ad accompagnare Salomè sul palco, giusto per i cambi d’abito, due cantanti ventenni, Lorenzo Angelone (baritono) e Matteo Di Nunzio (tenore), che riempiono il tempo necessario ad entrare e uscire dai personaggi che sono un assemblage di caratteri femminili stravaganti e paradossali. Quasi fossero due youtubers, i due entrano in questo spazio temporale illusorio, tra reale e virtuale, con dei brevissimi interventi live legati all’uso spasmodico che nel quotidiano si fa degli allegri post, meme e aforismi su Facebook; interventi che aiutano a narrare un mondo apparentemente semplice, ma in realtà denso di contenuti e complesso, quasi la musica sopravvivendo all’algido tecnologico resti l’unico collante di due universi estremi.
Insomma, lo spettacolo mette alla berlina i tic e le manie dell’era digitale, dove si vive con lo Smartphone in mano ma non si colloquia più, dove ci si sente amati solo a colpi di “like”, dove ci si piazza davanti a una tastiera per non sentirsi soli. Ma dove si può diventare anche dei feroci “haters”, pieni di livore e cattiveria. Personaggi che, come con un telecomando, cambiano velocemente luogo e tempo, come sta accadendo nella società, dove ormai connettendosi alla rete si accede ad un universo senza tempo e privo di uno spazio definito che usa il linguaggio di comunicazione globale dei social network. “La nostra è una farsa sul sociale, il cui tessuto si snoda in un mondo esasperato che dilaga, ma che di reale apparentemente non ha nulla, eppure esiste con aspetti fuorvianti. Sempre sorridendo, con grande ironia, abbiamo voluto spiegare con estrema leggerezza le direzioni che si intraprendono con l’uso smodato dei social e le annesse dipendenze da disconnessione; mettendo in evidenza l’insorgenza di una serie di atteggiamenti e comportamenti atipici di chi ormai confonde la realtà con quella virtuale”, spiega Francesca Berger. Che ha voluto infarcire lo spettacolo con l’irruzione di alcuni cortometraggi da lei diretti, realizzati con la sua troupe di videomaking, Gabino Curtidor e Stefano Ricco, con l’intento di offrire delle alternative ai nativi virtuali.

 

Tania Welz. Le trame del mondo

24 gennaio – 15 luglio 2018
VERNISSAGE 24 gennaio ore 18:00 – 21:00

 

Inaugura mercoledì 24 gennaio 2018, presso il Boutique Hotel & Art GalleryPiazzadispagna 9” di Stefania Grippo, l’importante personale dell’artista internazionale Tania Welz dal titolo Le trame del mondo. Interlacement.
Il progetto espositivo, a cura di Raffaella Salato, comprende oltre una ventina di arazzi contemporanei – realizzati tra il 2010 ed il 2016 – perlopiù di grandi dimensioni, in dialogo con altre opere più piccole che formano tra loro suggestivi polittici e affiancati da alcuni preziosi disegni preparatori che illustrano la genesi della ricerca di questa artista, raffinata ed unica nel suo genere.
Tania Welz, tedesca di nascita ma romana d’adozione, interpreta il mondo che la circonda attraverso una sapiente gestione della materia e del colore, ed applica questo suo talento ad un mezzo espressivo potente ed originale: l’arazzo astratto. Come i pittori utilizzano la pennellata per rendere visibili i loro moti interiori, questa artista sceglie le masse materiche (juta, seta, cotone, velluto, lana), che lacera, sfibra, brucia, ricuce e assembla, associando spesso i tessuti ad altri elementi come metallo, rami, frammenti di specchi, e molto ancora. Con il proprio lavoro, la Welz intende esprimere la propria percezione della società attuale, lacerata da conflitti di varia origine, ma ancora tesa verso una speranza di dialogo e di ricomposizione, e lo fa con un approccio di grande effetto e intensamente contemporaneo.
La mostra si inserisce nel più ampio progetto di Stefania Grippo, interior designer e ideatrice di “Piazzadispagna9”, luogo in cui la sua natura di designer incontra quella di animatrice culturale. Nato nel 2014, questo progetto sperimentale in cui convergono arte, design, artigianato e moda – che si fregia della magnifica vista su una delle piazze più belle di Roma e di un’eccezionale cura degli interni – si arricchisce di una programmazione regolare di mostre d’arte contemporanea. Gli artisti sono selezionati personalmente da Stefania Grippo, in linea con le più moderne tendenze internazionali, in uno scambio biunivoco – filtrato dalla loro identità e dalla loro ricerca espressiva – tra l’imponente esterno e lo spazio interno dell’hotel.
“Piazzadispagna9”apre dunque l’accoglienza all’arte, e non è un caso che l’appartamento nel 1800 fosse di proprietà dell’artista tedesco Franz Catel, che lo rese uno dei salotti artistici più illustri della Capitale.

Nata a Monaco di Baviera, Tania Welz vive e lavora a Roma da più di venti anni.
Welz iniziò la sua carriera come pittrice ma si accorse ben
presto che la superficie bidimensionale della tela limitava
la sua creatività. Questo la spinse ad apportare elementi
 scultorei al suo lavoro ma, allo stesso tempo, volle evitare
la relativa plasticità associata alla scultura tradizionale.
Si rivolse così a sperimentare una gamma di materiali e 
superfici trasformandoli in grandi arazzi astratti. Fra le sue principali mostre ricordiamo: World Art Dubai, Showcasing winning artwork ‘All you can(not) leave behind’, 4 th International Emerging Artist Award 2016, Dubai, EAU; WIA Expo 2015 (Warsaw International Art), Varsavia, Polonia, 2015; 8th international fiber art biennale 2014, Nantong, China; Premio internazionale Limen arte 2011 Vibo Valentia, Italy, 2012; Festival internationale dell’arte, Embassy of Iraq, Roma, Italy, 2011; Opera Unica Rome, Italy, 2010; RvBArts Rome, Italy, 2010; Qibab Art Gallery Abu Dhabi, UAE 2010. Tra i premi vinti: 2010, 25th Annual Chelsea International Fine Art Competition selected by Juror Ms. Megan Fontanella, Assistent curator, Solomon R. Guggenheim Museum, New York; 2016, 4th International Emerging Artist Award, Dubai, vincitrice nella categoria ‘mixed media’. È presente nella Collezione privata Dutch Railway Network Prorail.

Contatti: Raffaella Salato – r.salato@hotmail.it

Boutique Hotel & Art Gallery “Piazza di Spagna 9”
Piazza di Spagna, 9 – Roma 00187
Tel. 06.6992145
http://www.piazzadispagna9.it

Massimo Venturiello e Prisca Amori presentano il connubio Dante e Bach

Massimo Venturiello legge Dante, Prisca Amori suona Bach: è un incontro ai massimi livelli tra poesia e musica quello di mercoledì 24 gennaio alle 18.00 all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” nell’ambito dei concerti di Roma Sinfonietta (Auditorium “Ennio Morricone”, Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).
Introdotto da Lazzaro Rino Caputo, docente di Letteratura Italiana presso l’Università Roma2, Massimo Venturiello leggerà un canto di ciascuna delle tre cantiche della Divina Commedia: il primo dell’Inferno, il secondo del Purgatorio e il trentatreesimo e ultimo del Paradiso. Alle terzine di Dante Alighieri si alternerà la musica di Johann Sebastian Bach, precisamente brani delle Partite e Sonate per violino solo, nell’esecuzione di Prisca Amori.
Oltre mille chilometri e quattrocento anni separano Dante e Bach, ma questi due grandi spiriti rivelano segrete e misteriose affinità, instaurando tra loro un dialogo profondo, che annulla ogni distanza.
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Allego comunicato completo, bio e foto.

Cordiali saluti,
Mauro Mariani
Ufficio stampa dell’Associazione Roma Sinfonietta
m.mariani.roma@gmail.com

Prisca Amori2

Fazil Say in concerto nell’Aula Magna della Sapienza

Fazil Say torna a Roma con le musiche che ama di più.
Nella sua esecuzione i “Notturni” di Chopin sono sognanti e poetici
e l’ “Appassionata” di Beethoven trabocca di veemente passione.
Conclude con una sua composizione dedicata ad Atatürk
in prima esecuzione italiana

“Bisogna sentirlo, questo giovane suona come un diavolo”: a dire queste parole a proposito di Fazil Say, diventate proverbiali, è stato il compositore tedesco Aribert Reimann, dopo aver ascoltato il pianista turco quando aveva solo diciassette anni. Da allora Say ha suonato con tutte le principali orchestre americane ed europee e con importanti direttori, elaborando un vasto repertorio, che va da Bach a Beethoven, dai romantici ai contemporanei. Adesso di anni ne ha quarantasette e continua a incantare il pubblico e la critica, che trovano che i suoi concerti sono diversi dagli altri, più spontanei, più aperti, più emozionanti.
È un interprete fuori dell’attuale main stream, che riduce tutto alla tecnica e all’immagine, mortifica le idee e rende gli interpreti uno uguale all’altro. Say è diverso, è sempre originale e trascinante e sa giungere al cuore dell’ascoltatore, un dono divenuto ormai raro nel mondo sempre più materialista e rigidamente programmato della musica classica. Nei giorni scorsi ha dovuto ripetere due volte nello stesso giorno un suo concerto ad Istanbul, per soddisfare il pubblico di oltre diecimila persone che voleva ascoltarlo.
È anche compositore, perché suonare e comporre sono per lui i due lati di una stessa medaglia, da quando la sua insegnante gli chiedeva di improvvisare ogni giorno sui temi del quotidiano, prima di dedicarsi agli abituali esercizi pianistici. Nelle sue composizioni Say accoglie gli stimoli più diversi e fa dialogare la musica classica europea con la tradizione musicale della Turchia, gettando un ponte tra oriente e occidente. Say ha le sue idee, non solo in campo musicale, e le esprime liberamente e con coraggio, come quando ha dedicato una sua composizione alle vittime della polizia durante le manifestazioni per Gezi Park ad Istanbul. Per alcuni tweet considerati ironici sull’Islam – un’accusa che egli respinge decisamente – ha subito anche un processo, conclusosi dopo quattro anni con l’assoluzione.
Fazil Say suonerà martedì 23 gennaio alle 20.30 a Roma nell’Aula Magna della Sapienza per i concerti della IUC. Inizierà con tre dei brani più noti di Chopin (il Notturno in mi minore op. 72, e i due Notturni in do diesis minore e in do minore, pubblicati postumi) a cui seguirà la Sonata in fa minore op. 57 “Appassionata” di Beethoven, che ad oltre due secoli dalla sua composizione continua a emozionare con la sua forza espressiva e le sue idee musicali rivoluzionarie, esaltate dall’interpretazione di Say. La seconda parte del concerto si aprirà con Erik Satie, eccentrico protagonista della vita musicale parigina tra diciannovesimo e ventesimo secolo, di cui Say eseguirà sei Gnossiennes, piccoli brani all’apparenza semplicissimi e innocui, ma assolutamente originali per la libertà del ritmo, degli accordi e della forma.
Say concluderà con due proprie composizioni, Black Earth e Yürüyen KöşkHommage à Atatürk, op. 72, quest’ultima è stata scritta nel 2017 ed è una novità per l’Italia. Black Earth si basa su una canzone di Aşık Veysel (1891-1973), famoso autore di ballate popolari turche e ultimo rappresentante di una tradizione millenaria finita con lui. Questa sua canzone parla di solitudine e perdita: alla fine tutto quel che rimane è la “terra nera” della sua regione natale di Sivas.
Yürüyen Köşk – Hommage à Atatürk, op. 7 – il cui titolo significa “il palazzo che cammina” – è un ampio brano diviso in quatto movimenti (Illuminazione – Lotta contro l’oscurità – Credere nella vita – Il platano) ed esiste in due versioni, per pianoforte solo – che costituisce la quarta parte di The Art of the Piano – e per quintetto. È ispirato ad un episodio della vita di Atatürk, il padre della Turchia moderna, che in una sua proprietà fondò una “fattoria del popolo” per incoraggiare le pratiche agricole moderne. Quando un platano crebbe così tanto da rendere necessario tagliarne un ramo per non danneggiare un edificio che sorgeva lì vicino, Atatürk decise piuttosto di spostare il palazzo di qualche metro, con una complessa opera di ingegneria. Poi donò al popolo turco questa proprietà e tutti gli altri suoi beni.

 

BIGLIETTI: Interi: da 15 euro a 25 euro, più prevendita
Giovani: under 30: 8 euro; under 18: 5 euro

INFO per il pubblico: tel. 06 3610051/52
http://www.concertiiuc.it
botteghino@istituzioneuniversitariadeiconcerti.it

Ufficio Stampa dell’Istituzione Universitaria dei Concerti:
Mauro Mariani

m.mariani.roma@gmail.com

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Marco Tullio Barboni presenta “A spasso con il mago – Merlino “

Comunicato stampa

Sabato 27 gennaio alle ore 18,00 presso il Caffè Letterario di Via Ostiense 95 a Roma, la presentazione dell’opera di Marco Tullio Barboni “A spasso con il mago – Merlino e io” (Viola Editrice).

Marco Tullio Barboni appartiene a un’illustre famiglia che ha segnato tratti importanti del cinema italiano d’Autore. Lo zio Leonida è stato un magistrale direttore della fotografia, amatissimo da Anna Magnani; il padre Enzo, prima operatore alla macchina, poi direttore della fotografia e infine regista con lo pseudonimo di E.B. Clucher, ha legato gran parte della sua fama a film interpretati da Bud Spencer e Terence Hill e all’indimenticabile filone dei fagioli western. Frequentatore di set fin da bambino, l’autore è stato lui stesso regista e sceneggiatore, e ha proseguito la carriera familiare con caparbietà e notevole talento. Uomo di profonda cultura e variegati interessi, vede il suo prossimo futuro come scrittore e autore di nuovi testi teatrali, da tradurre anche in lingua inglese, anche da esportare in America, come per la sua prima creatura, “…e lo chiamerai destino” (Kappa Edizioni). Marco Tullio Barboni per motivi affettivi, tiene moltissimo a questo ultimo suo libro. Nell’occasione verrà anche proiettato un suo lavoro come regista, “Il Grande Forse”, cortometraggio di successo anche co-prodotto da Marco Tullio, dove il protagonista animale della pellicola è il medesimo del libro “A spasso con il mago”, cioè l’amato cane Merlino, oggi scomparso. Il cortometraggio vede la partecipazione di Philippe Leroy e Roberto Andreucci. La prefazione al volume è stata curata dal noto poeta e critico letterario Plinio Perilli. La presentazione al pubblico dell’opera si articolerà con la proiezione del corto per far entrare il pubblico dentro la vicenda reale di Merlino, per poi approdare alla vicenda letteraria, trattata da Simone Ceccano insieme all’autore. Le letture tratte dal libro, saranno declamate dall’autore e dall’attore Roberto Andreucci. Attraverso una passeggiata onirica che ricalca la passeggiata che Marco Tullio e Merlino hanno fatto ogni sera per anni, nel libro si snoda una vicenda magica e incantata, che commuove, fa riflettere, e aiuta a ritrovare un legame a tutti gli effetti d’amore, anche solo attraverso un sogno lucido come quello raccontato nel volume. Marco Tullio Barboni è stato recentemente tra i vincitori del prestigioso Premio Apoxiomeno 2017 a Firenze nella categoria Tv e Cinema.

Info su Marco Tullio Barboni: marcotulliobarboni.com

Ufficio Stampa : Occhio dell’Arte (referente Lisa Bernardini, Presidente Occhio dell’Arte)

http://www.occhiodellarte.org

Mail :occhiodellarte@gmail.com
Da sx Marco Tullio Barboni con Roberto Andreucci

Pietro Mascagni capsuleCollection: una linea di accessori da uomo ispirata al musicista e compositore italiano.

 Comunicato stampa

Grand Hotel Plaza Roma – venerdì 26 gennaio 2018 ore 18,00

Pietro Mascagni (Livorno, 7 dicembre 1863 – Roma, 2 agosto 1945) non è solo un notissimo compositore e direttore d’orchestra le cui opere sono ancora oggi eseguite nei teatri di tutto il mondo. Uomo di rara bellezza,era dotato di un suo stile personale ricercato ed originale, tanto da essere così descritto nelle cronache mondane dell’epoca: “con l’immagine mitica dell’uomo felice, che associava in sé la giovinezza e la fama, un prototipo irresistibile della razza latina estrosamente calzato, vestito e pettinato”.
Amato dalle donne, invidiato dagli uomini per la sua fama e la sua originalità, ha letteralmente creato uno stile: sceglieva accessori, inventava acconciature, esibiva comportamenti a volte provocatori. Tutto questo -abbinato alla grande notorietà di compositore e musicista- ha fatto di lui, per i suoi contemporanei, un esempio da ammirare, criticare, emulare. Famose riviste, tra cui l’inglese TIME e l’americana VANITY FAIR hanno dedicato a Mascagni numerose copertine, in cui il Maestro veniva ritratto in tutta la sua originalità.
Come la sua musica, così anche il suo stile ha valicato i limiti del tempo, e con il linguaggio dei nostri tempi, possiamo definirlo un trend setter ed influencer ancora straordinariamente attuale, e il suo gusto raffinato ed eccentrico rivive in una capsule collection di accessori da uomo fatta di gilet, gemelli, borse da viaggio, pochette e foulard.
La collezione, che verrà presentata al Grand Hotel Plaza nell’ambito del calendario di AltaRoma, è nata per volontà del Comitato Promotore Maestro Pietro Mascagni, e ricrea il suo stile inconfondibile attraverso accessori di abbigliamento particolari, realizzati da aziende italiane di grande artigianalità e qualità. Ogni oggetto della collezione è ispirato a quelli indossati dal Maestro, riprendendo un suo “way of life”, sempre in viaggio ed alla ricerca di innovazioni e spunti interessanti. I colori, le sete e i disegni degli accessori sono tutti stati studiati ed ideati dal Comitato per la PIETRO MASCAGNI CapsuleCollection. L’etichetta ed il packaging di ogni prodotto, preparato su misura ed in esclusiva, è siglato dalla firma del compositore. Anche la scelta della location non è casuale: l’Hotel Plaza di Roma è stato la sua casa per 17 anni, e l’evento si terrà nella sala in cui ancora oggi si trova il pianoforte grancoda del Maestro, su cui Mascagni studiava e componeva le sue opere.
La collezione è in vendita presso punti vendita selezionati e in e-commerce sul sito https://www.pietromascagni.com/index.php/capsule-collection

Pietro Mascagni (Livorno, 7 dicembre 1863 – Roma, 2 agosto 1945) è stato un compositore e direttore d’orchestra italiano. Mascagni visse a cavallo tra Ottocento e Novecento, occupando un posto di rilievo nel panorama musicale dell’epoca, soprattutto grazie al successo immediato e popolare ottenuto nel 1890 con la sua prima opera, Cavalleria rusticana. Cavalleria fu la prima di altre 15 opere per cui Mascagni ebbe una popolarità mondiale, insieme a pochi altri compositori. Alcune di esse sono entrate stabilmente in repertorio, come ad esempio l’Iris, che toccò la ragguardevole cifra di 800 produzioni. Fu anche un prodigo e versatile direttore d’orchestra e affermato sperimentatore di musiche per il cinema. Mascagni strinse amicizia con molti intellettuali e artisti del suo tempo, tra cui i pittori Giovanni Fattori, Gaetano Previati, Plinio Nomellini ed ebbe un rapporto molto stretto con D’Annunzio, che prima lo criticò definendolo nel 1892 “un capobanda” e poi lo esaltò e collaborò con lui. L’iconografia classica immortala Mascagni con il consueto sigaro toscano tra le labbra e la folta capigliatura che lo ha fatto diventare famoso: il cosiddetto taglio alla Mascagni.
Comitato Promotore Maestro Pietro Mascagni. Fondato nel 2012 dalla nipote Maria Teresa e da alcune pronipoti del Maestro di intesa con il resto della famiglia Mascagni, il Comitato ha come obiettivola diffusione e promozione in Italia e all’estero della figura e della produzione artistica del Maestro Pietro Mascagni. Il Comitato si propone di sviluppare, in particolare, la realizzazione di alcuni obiettivi specifici, tra cui la creazione e digitalizzazione dell’archivio dei manoscritti e delle riproduzioni, delle opere del Maestro, dei cimeli, degli autografi, dei documenti, degli strumenti musicali e di ogni altro bene attinente alla vita ed attività artistica del Maestro Pietro Mascagni, unitamente all’organizzazione di eventi promozionali, culturali e teatrali in Italia ed all’estero e all’organizzazione di iniziative e collaborazioni con diversi soggetti pubblici e privati, persone fisiche e/o giuridiche, italiane e internazionali.

Press Office Barbara Manto 

Mail: office@barbaramanto.com

 

 

Cafiero “Feriscimi” dal 12 gennaio in radio il nuovo singolo estratto da “Cafiero”

COMUNICATO STAMPA

Arriva in radio, venerdì 12 gennaio, “Feriscimi” il nuovo singolo di Cafiero, secondo estratto dall’album “Cafiero”, prodotto da Andrea Tripodi e registrato al “Tree Studio” di Milano.
“Feriscimi” racconta di un amore passionale, intenso, divorante. Ricordi e consapevolezze affiorano in un brano dal ritmo incalzante con un riff contagioso che arriva all’anima e la travolge in un vortice di emozioni.
Cafiero, abile nel raccontare la vita attraverso testi incisivi accompagnati da un sound corposo ed ammaliante, mette a nudo il proprio “sentire”, espressione pura di una creatività istintiva. Parole e musica si fondono dando vita ad un’ armonia perfetta, dall’impatto immediato.
“Feriscimi”, brano con il quale l’artista ha partecipato nel 2016 al contest “MTV New Generation”, è tra i quattro inediti contenuti nel disco, disponibile (dallo scorso 8 settembre) in digital download e su tutte le piattaforme streaming.
L’ep, dal sapore rock, è frutto di intensi anni di lavoro, di sperimentazioni, di numerosi live in Italia, in Europa e in America. Ogni brano genera una particolare forza persuasiva per la valenza dei testi e per la bellezza del suono su cui si adagia l’elegante voce del cantautore.
Un’opera discografica sorprendente che consente di definire Cafiero uno degli artisti più interessanti del panorama musicale italiano.

Cafiero, all’anagrafe Salvatore Cafiero (musicista, cantautore e produttore), vanta una carriera illustre caratterizzata da una vasta esperienza live, non solo in Italia ma anche in Europa e in America, e da una serie di collaborazioni prestigiose.
Fondatore dei Super Reverb, nel 2011 intraprende ufficialmente la carriera da solista con il nome Cafiero ed entra a far parte, come chitarrista, della band di Dolcenera.
Nel 2014, dopo una serie di show live negli Stati Uniti, pubblica l’Ep “Suck my Blues”. Dallo stesso anno, ad oggi, è membro della band di Gianluca Grignani.
Segue una collaborazione con Eros Ramazzotti e il 1° settembre 2015 si aggiudica il premio “Miglior chitarrista dell’anno” al concorso indetto dal “MEI”. Successivamente, collabora anche con i Tiromancino, Nek ed Elodie.
L’8 settembre 2017 Cafiero pubblica il suo primo disco ufficiale dal titolo omonimo “Cafiero”. Un traguardo importante che segna l’inizio di un nuovo ed entusiasmante cammino.

UFFICIO STAMPA E PROMO RADIO:
NUNZIA NAPOLITANO
nunzia_napolitano@hotmail.it

Due nuovi singoli per Franco Micalizzi

COMUNICATO STAMPA

Anche se l’uomo ha posato il suo piede sulla sua superficie, la luna ha conservato sempre il suo misterioso fascino: la sua faccia nascosta, la sua luce fredda nelle notti di plenilunio, i suoi lineamenti appena accennati…e io credo non ci sia poeta, scrittore, musicista che voglia girarle intorno…”.
Presenta cosi’ la sua ultima fatica musicale il compositore e direttore d’orchestra Franco Micalizzi.
Usciti a fine anno sulle principali piattaforme mondiali due singoli estratti dal suo nuovo lavoro musicale intitolato “AROUND THE MOON”.
I titoli? “Music No Stop” e “When The Music starts”, cantati rispettivamente da Frankie Lovecchio e Valentina Ducros sulle atmosfere create da un Micalizzi davvero ispirato’
L’uscita dell’intero album e’ prevista invece per gli inizi di questo 2018 appena cominciato.
Molto mistero attorno all’ultima creatura del Maestro: poche le indiscrezioni, tanto il riserbo.
“E’ un album ispirato e vario. I brani che lo compongono hanno la caratteristica di rappresentare le emozioni che vivo quando ascolto la Vita ed osservo il mondo intorno” – dichiara Micalizzi.
“Non voglio influenzare nessuno con i suggerimenti tipici degli autori, bensi’ desidero che siano le varie atmosfere a conquistare chi sta ascoltando la mia Musica e le suggestioni che da quelle note derivano. Un po’ come la Luna: non va spiegata, ma osservata soprattutto nel suo lato nascosto, perché solo in quello rivela la sua vera essenza”.
Che aspettiamo? Andiamo tutti ad ascoltare le prime accattivanti sembianze di questa Micalizzi’s Moon.

Lisa Bernardini
Resp. Comunicazione Franco Micalizzi