Festival del Carciofo Romanesco: dal 28 al 31 marzo a Roma la seconda edizione.

Cuore Capitale per il Festival del Carciofo Romanesco: nel centro di Roma 4 giorni all’insegna dell’ortaggio simbolo della tavola romana

“Semo romani, ma romaneschi di più” è lo slogan che certifica il carciofo come punto di riferimento del territorio. Obiettivo un rilancio del turismo di qualità attraverso la valorizzazione del territorio e delle tradizioni culinarie locali, a partire dai carciofi nelle note versioni alla romana e alla giudia.

Si parte martedì 28 marzo alle 11 a via del Portico d’Ottavia e si andrà avanti fino a venerdì 31: il cuore di Roma s’infiamma tra tradizione e storia, competizione e sapienza antica delle ricette delle nonne, tramandate di generazione in generazione. Va in scena la seconda edizione del Festival del Carciofo Romanesco. Cuore della manifestazione sarà come lo scorso anno sempre il quartiere ebraico, ma la novità di quest’anno è l’allargamento anche ad altri quartieri e rioni storici come Campo de’ Fiori e Piazza Navona. Saranno 18 i ristoranti che aderiscono all’iniziativa, con menù a base di carciofo da proporre a romani e turisti, gourmet e appassionati tra ricette tradizionali e rivisitazioni moderne. Dalle fettuccine tradizionali, ai bombolotti, sino alla pasta fresca ripiena, per passare poi a gustose frittatine e ai secondi a base di abbacchio, pietanze di carne accompagnate da ricchi piatti di carciofi nelle varianti alla romana e alla giudìa. L’innovazione anche nei dessert proposti a base di gelati rivisitati al carciofo. Gli stand di Coldiretti e del CAR – Centro Agroalimentare Romano daranno il benvenuto ai visitatori all’ingresso di Largo 16 ottobre. Nei giorni del Festival, inoltre, all’indomani della giornata europea del gelato che cade il 24 marzo, sarà presente anche una delegazione dell’Associazione Italiana Gelatieri con maestri e professionisti autentici ambasciatori del gelato made in Italy, guidati dal campione del mondo Eugenio Morrone, che proporranno delle degustazioni personalizzate.

IL CARCIOFO ROMANESCO – “Semo romani, ma romaneschi di più” è lo slogan, mutuato dai versi del cantautore romano Lando Fiorini, che identifica il carciofo come punto di riferimento del territorio romano. La manifestazione presenta diversi significati legati a questa icona gastronomica: il carciofo infatti è un prodotto del territorio laziale, che viene così valorizzato e riscoperto, ma è anche un ingrediente fondamentale della tradizione culinaria romana e giudaico-romanesca, che ne hanno declinato l’uso in numerose ricette, famose in tutto il mondo. Ma il carciofo è anche un alimento cardine della dieta mediterranea, base di un corretto stile di vita per preservare la nostra salute partendo dalla prevenzione. A distinguere l’iniziativa da altre fiere o sagre sarà proprio il luogo dove partirà e dove si terrà la maggior parte dell’evento, l’ex ghetto al centro di Roma, dove il carciofo ha trovato le sue prime ricette, per poi diventare orgoglio per i romani e attrattiva per i turisti. L’iniziativa è ideata da Confesercenti e promossa da Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Centro Agroalimentare Roma, Azienda speciale Agro Camera (Camera di Commercio di Roma), Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare – ISMEA.

Da parte di Confesercenti Roma e Lazio esprimo grande orgoglio per questa manifestazione – sottolinea il Presidente di Confesercenti Roma e Lazio, Valter Giammaria Un processo virtuoso nel turismo e nella ristorazione si può innescare solo attraverso una valorizzazione delle eccellenze del territorio, proponendo ai consumatori prodotti di qualità insieme alla professionalità degli operatori. Il carciofo romanesco è un prodotto che fa parte della cultura culinaria di Roma e del Lazio ed è giusto che noi, come Associazioni, attraverso questi eventi, facciamo conoscere ai nostri concittadini e ai turisti le materie prime che la nostra regione offre, la loro importanza a livello nutrizionale e il lavoro che gli chef e tutti gli operatori della filiera svolgono ogni giorno per far arrivare sulle nostre tavole queste prelibatezze”.

Riscoprire le nostre tradizioni culinarie, le ricette e i prodotti del territorio, anche riproponendole in chiave moderna e innovativa, è un’opportunità che gli imprenditori devono cogliere per rilanciare le attività di ristorazione, che è anche cultura e storia antica di generazioni, soprattutto in seguito a quanto vissuto a causa della pandemia – evidenzia Claudio Pica, Presidente FIEPET – Il Festival del Carciofo Romanesco vuole dunque ribadire l’importanza delle tradizioni e del territorio con uno dei prodotti di eccellenza della nostra tradizione gastronomica, che segna il forte legame che esiste tra cibo e cultura identitaria di un popolo; il tutto con lo sfondo d’eccezione offerto dal centro di Roma e in particolare dal complesso del Portico d’Ottavia”.

Questo festival si distingue da altre fiere legate all’ortaggio in quanto si svolge all’insegna della degustazione nelle diverse varianti in cui il carciofo può essere proposto – commenta Angelo Di Porto, Presidente Assoturismo Roma – Il valore aggiunto di questo festival è nel luogo stesso dove si svolge, il quartiere ebraico nel cuore di Roma, laddove le ricette del carciofo alla romana e alla giudia sono nate e si conservano attraverso tradizioni secolari tramandate di generazione in generazione. In particolare, nei ristoranti che propongono la cucina giudaico-romanesca, si valorizza un patrimonio storico-culturale che affonda le sue radici nella cucina povera dei secoli del ghetto, quando gli ebrei furono costretti a fare di necessità virtù e a trarre il meglio da ciascuna situazione, a partire dall’alimentazione, dal consumo del pesce povero e delle verdure”.

Al taglio del nastro fissato per il 28 marzo alle 11 sono attesi Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, e Mara Venier, entusiasta sostenitrice della manifestazione vivendo da tanti anni nel quartiere ebraico.

Festa della donna. #No anche alla violenza psicologica.

Un omaggio alle donne che hanno il coraggio di amare, ma che spesso non sono ricambiate rimanendo incastrate in relazioni che possono causare sofferenze psicologiche gravi quanto le violenze fisiche. E dietro il comportamento dell’uomo, apparentemente freddo, manipolatore e maltrattante, c’è sempre un disturbo della personalità. È questa la tesi del libro appena uscito ”Fantasmi. Ma chi l’ha detto che devi baciare un rospo per trovare un principe”, pensato per fornire uno strumento di interpretazione dei segnali che dovrebbero far scattare un campanello di allarme. A presentarlo presso la Galleria d’arte KOU Gallery di Roma l’Associazione “Donne al Centro”, impegnata da anni nella difesa della donna, che per celebrare la commemorazione dell’8 marzo ha scelto di parlare de “Gli amori sbagliati”. Non solo quelli che arrivano alla ribalta della cronaca, penalmente perseguibili o attribuibili a patologie psichiatriche conclamate. Anche quelli della nostra quotidianità, dove la mancanza di rispetto per gli autori del libro è già una forma di violenza. Riconoscerla precocemente significa amarsi, individuare le reali responsabilità e forse evitare le degenerazioni in netto aumento.

La violenza psicologica nelle relazioni d’amore può essere distruttiva quanto la violenza fisica e spesso ne è il preludio. Ho voluto scrivere un libro di racconti, ispirati a storie vere di amiche, di donne incontrate lungo il mio cammino professionale e privato, di sconosciute sull’autobus, per offrire uno strumento utile a riconoscere sin dalle prime avvisaglie un amore malato, potersi difendere facendosi consigliare e allontanandosene  afferma la giornalista Cristina Calzecchi Onesti parlando della sua opera -. Se una relazione provoca malessere è probabile che non dipenda da me, ma dal fatto che il mio partner soffra di un vero e proprio disturbo della personalità. Non è certo facile liberarsi di un amore malato, bisogna innanzitutto poterlo riconoscere e per questo motivo bisogna accendere il riflettore sul tema, parlarne il più possibile, prendere coscienza del fatto che non si tratta di atteggiamenti riconducibili alla semplice maleducazione o all’egoismo maschile, ma alla sfera delle malattie mentali. Sta agli esperti della psiche e del comportamento umano impegnarsi a dare loro una mano”.

C’è anche una componente genetica – prosegue il dottor Fabio Norcia, coautore del libro – che predispone gli uomini ad avere un disturbo di personalità. La composizione genetica dell’uomo, fatta del cromosoma x e del cromosoma y, rende più fragile la struttura mentale dell’uomo e, dunque, più incline ad ammalarsi. E proprio per questa fragilità, sotto stress l’uomo tende a rispondere con una risposta più immediata: o la fuga o l’attacco, il dominio sull’altro. La donna con la struttura xx è molto più protetta e in equilibrio tanto da essere più disponibile soprattutto ad affrontare l’altro in termini di dialogo. Ovviamente molte volte la problematica è molto molto limitata e non si configura come una malattia vera e propria, altre invece diventa malattia. Per mezzo di questo libro le donne dovrebbero imparare a difendersi, ma io vorrei che fosse letto anche dagli uomini, affinché comincino a confrontarsi con queste storie, valutino il proprio grado di equilibrio e le proprie difficoltà a rapportarsi con le donne. Purtroppo, gli uomini tendono a non dare importanza ai propri disturbi, a dire non sono io quello “malato”, che devo andare dal dottore”.

Ospiti d’onore dell’incontro gli attori Valentina Corti e Adelmo Togliani, che hanno letto i racconti “L’Orco” e “Cybersex” tratti dal libro.

Il libro Fantasmi. Ma chi l’ha detto che devi baciare un rospo per trovare un principe?”, edito dalla casa editrice Porto Seguro, è disponibile sulle principali piattaforme di e-commerce e ordinabile in tutte le librerie.

Profili degli autori

Cristina Calzecchi Onesti è giornalista ed esperta di comunicazione strategica. Ha lavorato per la tv, Rai e Mediaset, anche come autrice, scritto per mensili e quotidiani on line. Ha diretto un giornale sui diritti umani e attualmente è giornalista presso La Discussione. Si è sempre occupata di politica, ambiente e sociale. Per quasi dieci anni è stata spin doctor di parlamentari di Camera e Senato.

Fabio Norcia si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1976 e si è successivamente specializzato in Pediatria. Fa parte della categoria dei neurofilosofi, che studiano la mente partendo dalle scoperte delle neuroscienze. È membro della International Neuro-Psychoanalysis Society e ha fondato l’Associazione Culturale “Anima la tua Anima”. È autore di saggi sulla struttura e sul funzionamento della mente e sul benessere psicofisico.

QUARTA DI COPERTINA:

Il primo amore, che non si scorda mai, l’amore conosciuto su internet, l’amore che in realtà è solo desiderio. Le donne affidano all’autrice le loro storie, le emozioni, le disillusioni, ma soprattutto i tanti interrogativi, cui cerca di dare una spiegazione lo psicoterapista. Un libro nuovo, a metà tra un’opera narrativa e un saggio, un excursus variegato di comportamenti comuni alla maggior parte degli uomini nella coppia. Sono esempi dei tanti disturbi di personalità, che rendono l’uomo non solo “fragile”, ma spesso anche egoista e aggressivo. Le donne devono impegnarsi a conoscerli. Non solo per difendersi, ma anche per mettere in atto strategie capaci di aiutare gli uomini, che sono l’altra metà del cielo, a ritrovare la saggezza perduta. Sta agli esperti della psiche e del comportamento umano impegnarsi a dare loro una mano.

Al Petrolini la divertente commedia ” Stasera Pizza e Psicologo? “

Stasera Pizza e Psicologo? - Commedia al Teatro Petrolini

Dal 10 Marzo 2023 Teatro Petrolini, Via Rubattino 5, Testaccio, Roma|

Diretto da Felice Corticchia.
Scritto da Daniele Costantino Tore

Con Fabio Telesca, Sabrina Tutone, Marco Capogna, Maurizio Di Meo.

Scenografia di Antonello Russo

Daniele è un giovane Speedy Pizza. Un giorno ha un’idea geniale, si inventa insieme al capo: lo Speedy Pizza-Psicologo!
Che c’è di meglio di qualcuno che ti porta una pizza fumante e ti aiuta a superare le angosce?

In scena una coppia di sposini, un giovane che ha paura di affrontare il futuro, un single… e i consigli scanzonati di un finto psicologo.

Una commedia tutta da ridere, gustosa e terapeutica ideata e scritta da Daniele Costantino Tore e diretta da Felice Corticchia, sul palco del Teatro Petrolini dal 10 al 12 Marzo.

Vi aspettiamo:

Venerdì 10 Marzo 2023 alle 20.30 (Prezzo biglietto 13€ + 2€ di tessera associativa del teatro)
Sabato 11 Marzo 2023 alle 20:30 (Giornata di raccolta fondi in sostegno dell’associazione “Salviamo la Mente”, prezzo biglietto 18€ + 2€)
Domenica 12 Marzo 2023 alle 18.00 (Prezzo biglietto 13€ + 2€) INFO PRENOTAZIONI
What’s app prenotazioni : 333 9678446
Prenotazioni: 065757488
Dal sito del Teatro Petrolini

Ius Femina 2023: Al Crowe Plaza Roma la nuova edizione

L’attesissimo lunario giuridico antiviolenza, Ius Femina 2023, ideato dall’avv. Antonella Sotira presidente dell’Ass.ne Ius Gustando, verrà presentato il 09.01.2023 alla Camera dei Deputati con il sigillo del Presidente della Commissione Cultura VII “Cultura, Scienza e Istruzione” della Camera dei Deputati On. Federico Mollicone.

Un’ importante traguardo per la 13ma edizione dell’evento, che unisce avvocati, magistrati e cittadini, nell’impegno calendarizzato per 365 giorni contro ogni forma di violenza.

Matilde Brandi è la testimonial dell’associazione, insieme a tanti professionisti che sono stati ritratti, senza  rinunciare a dolcezza, leziosità e vanità, con un  filo di lana rossa, a simboleggiare la necessità di tessere e rinsaldare reti di impegno civico fra uomini e donne di valore, a sostegno della raccolta fondi per le cure mediche di Maria Antonietta Rositani, miracolosamente sopravvissuta all’agguato dell’ex marito che nel marzo 2019 l’ha stata cosparsa di benzina.

Gli scatti del fotografo Domenico Chiriano, con la direzione artistica  di Giò Di Sarno, sono stati realizzati nella magnifica library hall di un albergo della capitale, nella giornata mondiale della lotta alla violenza.

Oltre al patrocinio morale di tante associazioni ed istituzioni giuridiche, questa edizione è stata sostenuta da CISAL Servizi  e Grafiche Romano.

Dopo la conferenza stampa alla Camera dei Deputati, alle 19:00 nella Sala Fori Imperiali del Crowne Plaza Rome St.Peter’s, verrà proiettata l’anteprima del nuovo format TV “Salotto Ius Arte &Ius Femina” con le interviste e le testimonianze di chi “ha messo la faccia” per sostenere le battaglie di civiltà ed educazione alla legalità con il brindisi augurale per un nuovo anno di giustizia e solidarietà sociale. 

Trionfo di Luhrmann alla 27esima edizione di Capri- Hollywood , The International film festival

‘Elvis’ di Baz Luhrmann con nove riconoscimenti tra quali miglior film e miglior regista, è il trionfatore di ‘Capri, Hollywood – The International film festival’, 27esima edizione, promosso col sostegno del MiC (Dg Cinema e Audiovisivo), della Regione Campania in collaborazione con Intesa Sanpaolo ed altre aziende sponsor. La manifestazione fondata e prodotta da Pascal Vicedomini, come da tradizione, apre la stagione degli awards internazionali. Per il film prodotto da Warner Bros sono  stati attribuiti riconoscimenti anche a Catherine Martin (migliori costumi), miglior Make up e Hair-stilyst, production designer, sound editing e mixing, a cui si aggiungono i premi ‘Life for cinema’ a Aldo Signoretti e il ‘Capri producers of the Year’ a Luhrmann e la sua squadra. Migliori attori 2022 sono Brendan Fraser (‘The Whale’) e Ana de Armas (‘Blonde’), non protagonisti Eddie Redmayne (‘The Good Nurse’) e Angela Bassett (‘Black Panther: Wakanda Forever’).

Tra i vincitori individuati dal Board dell’Istituto Capri nel Mondo, con presidente onorario Tony Renis ed il regista inglese Terry Gilliam, chairman 2022, i premi Oscar Gianni Quaranta e Alessandro Bertolazzi; gli attori Remo Girone, Daniel McVicar and Sebastian Harrison; lo sceneggiatore Enrico Vanzina e i registi Valerio Esposito and Stefano Reali; Noa e Gil Dor, la soul-singe USA Nicole Slack Jones; lo stilista Christophe Guillarme.

Tre premi per ‘Top Gun: Maverick’: al direttore della fotografia Claudio Miranda, al montatore Eddie Hamilton e per gli Effetti Speciali. Due al ‘Pinocchio’ di Guillermo del Toro (Netflix) che per animazione e la colonna sonora di Alexandre Desplat. Miglior sceneggiatura originale a ‘Everything Everywhere All at Once’ (Daniel Kwan & Daniel Scheinert), non originale ‘Glass Onion: A Knives Out Mystery’ (Rian Johnson) anche miglior cast insieme a ‘Black Panther: Wakanda Forever’. Migliore documentario Descendant (Netflix), migliore film internazionale ‘All Quiet on the Western Front’ (Germany). Miglior canzone originale ‘Applause’ (‘Tell It Like a Woman’) di Diane Warren. Capri Visionary Award 2022 a Alejandro G. Inarritu per ‘Bardo’ (Netflix) e a Luca Barbareschi per ‘The Palace’ (Eliseo Film). Artista italo americano dell’anno è Frank Grillo, mentre i Capri Master of Cinematic Art Awards 2022 sono andati a Liliana Cavani, Franco Nero, Michele Placido.

Italiani protagonisti dei film europei dell’anno: ‘Nostalgia’ (Medusa) e ‘L’ombra di Caravaggio’ (Rai Cinema) con Riccardo Scamarcio e Federica Luna Vincenti, rispettivamente miglior attore e produttrice. per i docu-film, meritata affermazione di ‘Franco Zeffirelli, conformista ribelle’ della regista Anselma Dell’Olio. Per la regia, Ruben Östlund (‘Triangle of Sadness’). Miglior attrice Emma Thompson (‘Good Luck to You, Leo Grande’) mentre Capri European Breakout Director è Cosimo Gomez con ‘Il mio nome è vendetta’ anche film italiano dell’anno.

Tra i riconoscimenti per il cinema nazionale, Capri Italian Worldwide Awards 2022 a Violante Placido, Tommaso Basili, Bruno Bilotta, produttori dell’anno Iginio Straffi e Alessandro Usai. E per gli attori Alessandro Gassmann e Micaela Ramazzotti. Capri Breakout ad Andrea Scarduzio, Francesca Tizzano ai registi Francesco Carrozzini e Laura Saman, Capri Rising Star sono Francesco Patané e Claudia Marchiori. Il premio Capri Peppino Patroni Griffi Award 2022 va a Leopoldo Mastelloni. Capri Exploit a Brenno Placido, Beatrice Bartoni ai registi Alessio De Leonardis e Fabrizio Moro. Capri Star of the Future è Alessandro Egger, Capri Women in Film alla regista Cinzia Th Torrini. Cult movie del 2022 è ‘La stranezza’, per i documentari vince ‘The Lost Beauty: Siria’, per le serie ‘Il Grande Gioco’. King of Comedy è Jerry Calà, premi umanitari alla Banda dell’Esercito Italiano e a Matteo Villardita

Per la musica premiati Eugenio Bennato and Red Canzian, Exploit a Gianluca Catuogno. Friend of Capri (Premi Boniello) sono Giovanni Acanfora, Pina Lodovico, Nicola Corigliano, Nicole Slack Jones. Nel Capri special Contest vincono ‘ ‘To Leslie di Micheal Morris (Usa), ‘Roy a Brother’s Journey’ (Canada), ‘Il copo dei giorni’. Per la sezione The Italian Job” ‘Cani di Matteo Guiducci per Working Authors ‘The Operator’ di Matt Riley (UK). Per la sezione “Breakout” premio a “The End” di Livia Pillmann. Capri People Award, infine a Barbara Giordani, Francesco Vedovati, Graziano Scarabicchi, Max Gigliucci

“Vogia de carnoval”, la nuova esposizione della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti

Protagonista di “Vogia de carnoval” è la scrittrice iraniana Azar Nafisi, autrice del bestseller Leggere Lolita a Teheran (Adelphi), con un’intervista in esclusiva girata all’interno di rhinoceros e ambientata in una preziosa scenografia di San Marco a Venezia. Nell’intervista, che il pubblico può ascoltare all’interno del percorso espositivo, Azar Nafisi parla del suo rapporto privilegiato con Venezia, soffermandosi su un quadro di Tintoretto: L’Annunciazione. La scrittrice pensa alla Vergine come vittima di uno stupro, portando all’interno della mostra il tema delle proteste in Iran. Azar Nafisi e Alda Fendi: protagoniste del femminile contro ogni violenza.

“Vogia de carnoval” è un viaggio multimediale nella seduzione e negli incanti di Venezia, in equilibrio tra pittura antica e innovazione tecnologica: a rhinoceros si incontrano, in nome di un inusitato carnevale fuori stagione, il DAW della Presentazione al tempio di Giovanni Bellini (arriva per la prima volta a Roma questa originale e avanzata modalità di concepire l’opera d’arte, che attualizza l’originale creando al contempo una nuova opera originale digitale), le commedie di Goldoni riviste con sguardo felliniano, il Mose che salva la città lagunare dall’acqua alta e una riflessione sulla negritudine e sul dramma degli sbarchi dei migranti con l’action intitolata Black Venice e firmata da Raffaele Curi.

Un esperimento espositivo intrigante e originale, completamente gratuito, nel segno del mecenatismo ventennale della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti.

VOGIA DE CARNOVAL

IN MOSTRA A ROMA

NELLA RHINOCEROS GALLERY DI RHINOCEROS

IL PALAZZO IDEATO DA ALDA FENDI E PROGETTATO DA JEAN NOUVEL

in via del Velabro 9A

Roma, 15 dicembre 2022 – 30 aprile 2023

A Roma, la “JEWELRY WEEK”

ROMA JEWELRY WEEK

7 – 16 ottobre 2022

Al via la seconda edizione della RJW:

l’evento internazionale dedicato alla cultura del gioiello

con artisti provenienti da tutto il mondo

Opening RJW | 7 ottobre 2022

Premio Incinque Jewels | 14 – 15 – 16 ottobre 2022

http://www.romajewelryweek.com

#romajewelryweek2022 #romajewelryweek

Roma Jewelry Week torna nella Capitale con la seconda edizione e con un ricco programma di eventi, dal 7 al 16 ottobre 2022. La settimana si amplia per accogliere nuovi progetti. L’evento di respiro internazionale valorizza e diffonde la cultura del gioiello contemporaneo, d’autore, d’artista e delle realtà orafe storiche. Ha il patrocinio del Comune di Roma, del Municipio I di Roma, della Camera di Commercio Italo-americana a New York ed è promosso dall’associazione Incinque Open Art Monti. Anche quest’anno sono state numerose le adesioni, da parte di artisti e designer provenienti da tutto il Mondo, che esporranno le loro creazioni.

Protagonisti ancora una volta sono i jewelry designer provenienti da tutta Italia e dall’estero, gli orafi romani, atelier del gioiello, gallerie, accademie, scuole e associazioni. Esposizioni, presentazioni, tour di visite guidate, premiazioni e conferenze animeranno le dieci giornate della Roma Jewelry Week, che torna in autunno all’insegna della cultura e della bellezza con il tema “Grand Tour – I colori del viaggio”, un omaggio all’epoca del Grand Tour settecentesco, per la scoperta di arte, architettura e bellezze ma anche per la conoscenza di se stessi, attraverso un viaggio di arricchimento personale e culturale. L’intento è quello di dare un alto contenuto culturale all’evento e recuperare pienamente la consapevolezza dell’alto valore delle arti, della creatività e delle tradizioni che possono essere messe a disposizione delle innovazioni e della contemporaneità e viceversa. Valorizzare il grande patrimonio culturale e dunque immateriale. Un nuovo concetto di Grand Tour volto anche a recuperare gli scambi culturali e i rapporti professionali e interpersonali

La manifestazione RJW è ideata dall’architetto Monica Cecchini, curatrice e direttore del progetto,
con la consulenza di Barbara Brocchi, creative manager, illustratrice, scrittrice, designer e
coordinatrice del dipartimento di design del gioiello IED-Roma, e della dott.ssa Bianca Cappello
docente, storica e critica del gioiello; con il contributo di Giorgia Zoppolato @missgio_jewelryblog,
di Laura Astrologo Porché, jewelry journalist per il gruppo Celebre Magazine World e titolare della pagina instagram @journaldesbijoux e dell’artista Emanuele Leonardi.

Anche per questa seconda edizione, la RJW ha coinvolto molte realtà, protagoniste di un ricco palinsesto e ad oggi vanta la partecipazione dell’Università e Nobil Collegio degli Orefici, Gioiellieri, Argentieri dell’Alma Città di Roma e del Console Camerlengo dell’Università e Storico di Arte Orafa Aldo Vitali.

Dopo l’anteprima con la personale “Natura Inversa” dell’artista Myriam Bottazzi, quest’anno la RJW anticipa e apre ufficialmente il 7 ottobre, con l’inaugurazione presso la Galleria Incinque Open Art Monti della mostra “INNOVARE CONSERVANDO esperienze di scuola romana del gioiello contemporaneo” della Neo Scuola Romana del Gioiello Contemporaneo, con la curatela di Claudio Franchi, che scrive: “In una società sempre più pervasa dal verbo digitale, esaltato dal mantra INNOVAZIONE come forma isterica dell’uso della tecnologia, la Scuola Romana del Gioiello Contemporaneo percorre una strada alternativa: utilizza il concetto “Innovazione” come esperimento di ricerca di linguaggi estetici e formali originali, pur conservando le tradizioni di appartenenza, legate all’esaltazione delle tecniche manuali, o al massimo, laddove si faccia uso di sistemi tecnologici di ultima generazione, questi si rivelano subalterni al principio di manualità colta”. Con l’esposizione delle opere di: Franchi Argentieri, Laura Abramo, Riccardo Alfonsi, Glauco Cambi, Fabio Cappelli, Remigio Maria Caserta, Flavia Diamanti, Rocco Epifanio, fontanagioielli Nepi, Michele Forlenza, Francesca Gabrielli, Negri Gioielli, Fratelli Petochi, Cristiana Perali, Rose’s Jewellery, Nicola Vitali. Un gruppo di ALTERAVANGUARDIA, che la RJW vuole presentare con un evento dedicato, come ulteriore segnale dell’importanza della condivisione tra le realtà creative del territorio.

Seguirà poi nel primo weekend della kermesse, sabato 8 ottobre, una performance al MAAM, il “Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz – Città Meticcia”, il cui ideatore e curatore è Giorgio de Finis; un luogo in continua evoluzione che celebra la complessa e interessante bellezza delle diversità. Per questa edizione della RJW, si vuole rendere ancora più evidente il significato che assume il gioiello contemporaneo, la cui valorizzazione è alla base del progetto della settimana, attraverso una performance in cui danza e gioiello dialogheranno con i visitatori; il progetto è a cura di Monica Cecchini, la coreografia di Teresa Farella con alcune abitanti di Metropoliz, la fotografia a cura di Giorgio Sacher.

Il 9 ottobre è la data della giornata di Studi dedicata al disegno del gioiello italiano, si terrà presso l’Istituto Centrale del Patrimonio Immateriale, a cura della dott.ssa Lucia Ajello e della dott.ssa Bianca Cappello, con il patrocinio culturale dell’Osservatorio per le Arti Decorative in Italia “Oadi”.

Sempre il 9 ottobre ci sarà l’inaugurazione dell’evento espositivo a cura di Alessandro Arrigo presso Spazio Monti, in via della Madonna dei Monti 27. Per la RJW l’artista presenta il progetto “Imperium”, chereinterpreta il potere “illimitato” del governo in età repubblicana per renderlo accessibile a tutti.

Tra le tante novità di quest’anno si inserisce in programma anche la Jewellery Hall Exhibition, esposizione delle opere di gioiello contemporaneo del maestro scultore orafo Alberto Zorzi nella hall del Bettoja Hotel Mediterraneo, in Via Cavour 15, dal 13 al 16 ottobre. La collezione che il maestro scultore orafo Alberto Zorzi presenterà in occasione della RJW è composta da opere che in maniera significativa rappresentano alcuni filoni di ricerca unici, identificativi del suo linguaggio orafo.

Attesissima anche la prima edizione della Capsule Grand Tour, nelle saledel piano nobile di Palazzo Ferrajoli, all’interno delle quali verrà data ai jewelry designer internazionali, la possibilità unica di esporre le proprie opere in una location storica del centro di Roma. Un’ulteriore occasione di dialogo tra gioiello contemporaneo e storia di Roma. La residenza del 1500 in Piazza Colonna, ospiterà anche la mostra “Dialogo con la materia” dedicata ai disegni di Giovanni Valli, uno dei primi designer di Bulgari, e la mostra “Micro e Macro, indossare Ravenna”, realizzata dagli studenti del biennio di Mosaico della Accademia di Belle Arti di Ravenna, su progetto della prof.ssa Emanuela Bergonzoni. L’esposizione della Capsule Grand Tour è in programma per il 15 e 16 ottobre.

Torna anche quest’anno il Premio Incinque Jewels indetto dall’associazione Incinque Open Art Monti, contest giunto alla sua terza edizione che promuove la cultura del Gioiello Contemporaneo e che si svolgerà dal 14 al 16 ottobre, per la seconda volta nel sito archeologico Auditorium di Mecenate, datato 30 a.C. In esposizione ci saranno 72 creazioni. Il gioiello non ha solo la funzione di ornamento dalla valenza artistica ma è un vero e proprio portatore di messaggi e riflessioni, una vera e propria opera d’arte. Il tema del “Grand Tour – i colori del viaggio” è un invito per i designer a dare forma, con materiali preziosi, ad un ricordo di viaggio, che sia reale od onirico, per fare vivere a tutti i partecipanti e visitatori un grand tour moderno. L’Auditorium di Mecenate per questa edizione ospiterà anche l’esposizione dedicata al micromosaico romano, con i gioielli degli artisti che fanno rivivere l’antichissima tecnica diffusasi a Roma proprio durante il Grand Tour, come ricordo di viaggio. In esposizione opere di Le Sibille, Luigina Rech e Elena Lo Presti. Nella giuria del Premio Incinque Jewels: Alessio Boschi, Barbara Brocchi, Bianca Cappello, Monica Cecchini, Alessia Crivelli, Jonathan Giustini, Emanuele Leonardi, Matilde Pavone, Diego Percossi Papi, Laura Astrologo Porché, Marina Valli, Aldo Vitali e Giorgia Zoppolato.

Cuore pulsante della RJW, continuano ad essere i tour di visite guidate nei Rioni di Roma, alla scoperta della storia e del prestigio della Città Eterna e degli atelier orafi, che apriranno le loro porte ai visitatori per un racconto immersivo tra creatività, contemporaneità e antiche tecniche che vengono tramandate di generazione in generazione. Le visite, gratuite e su prenotazione, saranno condotte da guide abilitate dell’Associazione AGTAR, coordinate da Alessandra De Tata,e saranno sponsorizzate da Domus Artis. Ai visitatori saranno fornite le mappe cartacee e virtuali, per scegliere il tour da seguire, nelle date del 11-12-13-15 ottobre. Con prenotazione alla mail RJW.visite@gmail.com

Durante la settimana, è previsto un ciclo di conferenze dedicate al Micromosaico Romano, presso l’Università e Nobil Collegio degli Orefici dell’Alma città di Roma, con il Console Camerlengo Aldo Vitali. Interverranno: il dott. Alessandro Lugari, il dott. Stefano Cassio, l’artista Elena Lo Presti, la dott.ssa Bianca Cappello, l’artista Francesca Neri Serneri de “Le Sibille”, l’artista Luigina Rech de “Il Micromosaico”, la giornalista Laura Astrologo Porché. La dott.ssa Mara Cappelletti e il dott. Beppe Vincenti, terranno una conferenza dal titolo “Codici affettivi e gioielliSignificati profondi degli ornamenti”. A chiudere il ciclo di incontri due ospiti di eccezione: Alessia Crivelli, presidente della Fondazione Mani Intelligenti con la conferenza  “Mani intelligenti” e il jewelry designer Alessio Boschi con l’intervento “un viaggio nell’arte di Alessio Boschi”, che si terranno a Palazzo Ferrajoli il 16 ottobre.

Tra le scuole presenti l’Istituto Europeo di Design – IED Roma, che propone attività di laboratorio del gioiello con il maestro e docente orafo Paolo Mangano, a cura della coordinatrice del Dipartimento di Design del Gioiello Barbara Brocchi; la scuola di formazione artistica di livello universitario per la moda, il design e la fotografia Accademia Italiana.

Tra le associazioni presenti ci sono AGC Associazione Gioiello Contemporaneo che curerà una mostra collettiva di autori orafi del gioiello contemporaneo presso Alternatives Gallery, a cura di Rita Marcangelo e Maria Rosa Franzin; OTP Officine di Talenti Preziosi, che curerà una esposizione a Palazzo Ferrajoli e un evento in collaborazione con Orologeria Verdastro. Per questa occasione saranno presentati gioielli e preziosi realizzati nel corso di workshop progettuali che OTP organizza in collaborazione con professionisti del settore. Ogni gioiello in esposizione è un prezioso che parla dell’artista. Gioielli contemporanei volti alla valorizzazione della sostenibilità culturale e ambientale; L’associazione culturale Arti preziose con una mostra pressoSpazio Plauto, a cura di Gianluca Merlonghi.

«Abbiamo ricevuto un grande e positivo riscontro da parte di artisti internazionali, maestri orafi e istituzioni anche per questa seconda edizione della Roma Jewelry Week. Siamo davvero molto felici che il progetto della RJW venga accolto con affetto e calorosa partecipazione. Un evento che rilancia e valorizza il gioiello contemporaneo, con la voglia di guardare al futuro senza perdere di vista le antiche radici dalle quali nasce l’arte orafa. Il tema scelto per il 2022 è il Grand Tour rivolto a recuperare gli scambi culturali e i rapporti professionali e interpersonali. È importante fare sistema per dare voce e fare conoscere l’eccellenza in questo settore a livello internazionale, vogliamo creare un evento di riferimento per diffondere la cultura del gioiello contemporaneo e per la valorizzazione della città di Roma e il suo vasto patrimonio culturale e dunque immateriale», dichiara il direttore Monica Cecchini. 

L’evento RJW è realizzato anche grazie al supporto degli sponsor Doralia, Homi Fashion&Jewels exhibition, Dumus Artis, Montanelli Restauri S.r.l., M.O.S.T. CND S.R.L. monitoring & structural testings, L’Utile s.n.c. impianti, Q’S rummeria, Homero Studio e Spazio Monti.

La presentazione della seconda edizione e del programma della RJW avrà luogo martedì 4 ottobre alle 11:00 nella sala conferenze del Bettoja Hotel Mediterraneo, in Via Cavour 15.

NOMI PARTECIPANTI PREMIO INCINQUE JEWELS:

Antoines Jewelry di Andreia Gabriela Popescu, Argentia di Roberta Roselli, Arte & Bellezza di Dragana Mircetic, Asimi di Anna Butcher, Ivan Barbato, Simone Cipolla, Crearte di Paola Gerosa, Cristina Cipolli Jewellery di Cristina Cipolli, Yarina Dai, Catherine Daymard, Christel Deliege e Laura Colli, Dettagli d’attimi di Pinella Distefano, Doamabijoux di Sylvie Doagio, Dolcedodo di Dodo Paruznik, Emanuela Duca, Ellence di Elle Di Muro, Vacide Erda Zimic, Marina Ettorri, Shumin Fan, Fenicia Bijoux di Chiara Fenicia, Roberto Fenzl, Daniela Ferrero, Formedarte di Rosa Maria Venetucci, Angela Gentile, Gioielli dalla Terra di Elisabetta Donadio, Annika Ingelaere, Labrys Gioielli di Livia D’Agostino, LECARLE di Carla Dutra, Les Mascarones di Inga Macaron, Lokta Art di Vasiliki Merianou, Francesca Luciani, Maqauda di Flavia Manfroncelli, Maria Patrizia Marra, Sara Marzialetti, Gianni Misto, Marco Mormile, Omaya Jewellery di Marina Simeonova, Reseda Orrù, Esther Ortiz-Villajos Gonzalez, Ornella Pandolfi, Claudia Parrilli, Peseli Jewels di Marianna Marolla, Maria Gaia Piccini – Pontevecchio di Maria Gaia Piccini, Anna  Pinzari e Chantal Corso, Juliane Pogian Bueno, Dieuwke Raats, Macarena Ravioly Cataldo, Luigina Rech, Renata Jewellery Maker di Renata Dragusin, Ines Reynoso, Francesco Ridolfi, Serena Sciarrini, Sognando lo scirocco di Anna Paparella, Rossella Ugolini, Sophie Van Dooren, Simone Vera Bath, Verba Mundus di Anna Fanigina, Marie Therese Wolf, Zefiro Jewels di Annette Schreyer, Zilfi Handmade di Pati Kakhniashvili.

Per l’Accademia Italiana e lo IED:

Alessio Bartelloni, Anastasia Cella, Caterina Collizzolli, Cristian Imperiale, Anastasia Krivolapova, Daniil  Neskromniy, Antonia Ascolillo, Letizia Leporale, Igor Quagliata, Giorgia  Rossi, Anna Tessarin, Zhe  Zhao.

NOMI ARTISTI DEI GIOIELLI AL MAAM:

Mohsen Amini, Giulia Ares, Gaia Descovich, Fenicia bijoux di Chiara Fenicia, Monique Lecouna, Lokta Art di Vasiliki Merianou, Rita Martinez Montero, Gianni Misto, Viktoria Münzker, Monica Pirone, Anna Retico, Simone Vera Bath.

NOMI ARTISTI CHE ESPONGONO ALLA CAPSULE GRAND TOUR A PALAZZO FERRAJOLI:

Jana Accyoli, Arte&Bellezza di Dragana Mircetic, Artisticalmente di Emanuele Leonardi, Ivan Barbato, Simone Cipolla, Gaema gioielli di Marinella Tamburro, Gina Melosi jewellery, delegazione HOMI Fashion&Jewels exhibition, Francesca Luciani, artisti designer che espongono al MAAM, Maria Patrizia Marra, Letizia Moroni, studenti del biennio di Mosaico della Accademia di Belle Arti di Ravenna, Khajornsak Napkan, Officina Arte Orafa di Domenico D’Addario, Pimaripi bijoux di Maria Pina Pintus, Monica Pirone, Francesco Ridolfi, Neo Scuola Orafa Romana, StKreo Jewels di Stefania Tortella e VuElle Jewels di Valentina Lucarelli, Studio C – Charlotte Romer, dell’Associazione OTP: Gioia Capolei jewelry designer, Chiara Fenicia, Lorotraledita, Maria Paola Ranfi, Atque Studio di Virginia Checcacci e Cristina Innocenti, Marina Valli, Maria Laura Venturelli, dello IED: Domitilla Camponeschi, Emanuela Fletzer.

NOMI ATELIER e LOCATION RJW:

Atelier Agau di Sonia Cerquitella, Atelier Alberto Ercoli, Atelier Anna Retico, Atelier Argentia Jewels di Roberta Roselli, Atelier Arte Libera Tutti di Francesca Zaratti, Atelier Aspecifico Myriam B di Myriam Bottazzi, Atelier Chianese di Claudia Chianese, Atelier Cristiana Perali arte orafa dal 1907, Atelier di Paola Casalino, Atelier Epifanio Jewelry, Atelier Franchi Argentieri, Atelier Fratelli Petochi, Atelier Giulia Iosco, Atelier Glauco Cambi, Atelier Le Sibille, Atelier Negri Gioielli, Atelier Rose’s Jewellery di Rosa Piellucci, Atelier Percossi Papi, Bettoja Hotel Mediterraneo, Daniela Ronchetti gioielli, Galleria Alternatives, Galleria Incinque Open Art Monti, Galleria Spazio Monti, Maria Diana Atelier, Mosaici Artistici di Fabio Bordi, Orologeria Verdastro in collaborazione con OTP Officine di Talenti Preziosi, Sabina Bernardelli Jewels, Spazio Plauto, Studio Cassio Arte del Mosaico, Studio d’Arte il Micromosaico di Luigina Rech, Studio di Gioielleria Alfonsi, Università e Nobil Collegio degli Orefici dell’Alma Città di Roma.

NOMI ARTISTI CHE ESPONGONO IN COLLETTIVA PRESSO GALLERIA INCINQUE OPEN ART MONTI:

Neo Scuola Romana del Gioiello Contemporaneo, con la curatela di Claudio Franchi, con l’esposizione delle opere dei designer: Franchi Argentieri, Laura Abramo, Riccardo Alfonsi, Glauco Cambi, Fabio Cappelli, Remigio Maria Caserta, Flavia Diamanti, Rocco Epifanio, fontanagioielli Nepi, Michele Forlenza, Francesca Gabrielli, Negri Gioielli, Fratelli Petochi, Cristiana Perali, Rose’s Jewellery, Nicola Vitali.

NOMI AGC Associazione Gioiello Contemporaneo:

Annarita Bianco, Adrean Bloomard, Corrado De Meo, Maria Rosa Franzin, Mineri Matsuura, Mariangela Murgia, Kazumi Nagano, Liana Pattihis, Yoko Takirai, Yiota Vogli.

NOMI Associazione Culturale Arti Preziose:

Ahura Jewels, Alessandra Chirivino, Alessio Dionisi, Cerere Art Jewellery, Gianluca Merlonghi, Isabella Nurigiani, Isacollection Roma, Letizia Mei, Lorena De Angelis, Porcellanarte, Sara Fradiani, Spicato, Tanit Jewels, Vanessa Iannotta

Il live di Matteo Sica a “Salotto Tevere”

Matteo Sica ritorna live in versione acustica, il 23 agosto dalle ore 19.,30, a Lungo il Tevere … Roma, il palco da cui fu lanciato il suo nuovo percorso musicale nel luglio 2019. SALOTTO TEVERE, grazie alla direzione artistica di Giò di Sarno, è lo spazio della banchina in cui si incontrano e si incrociano musica, arte, cultura, dibattiti e tanto teatro. Versioni acustiche o con un tocco di base musicale per ripercorrere gli ultimi brani di Matteo Sica, cantautore romano che è stato soprannominato dalla critica musicale il “Pop-Poeta” per i suoi testi evocativi ed evanescenti, benché, spesso le tematiche trattate sfocino anche in campi difficili. Con il brano “Per tutte le volte”, dedicato alla rinascita ed voglia di farcela,  e che cantato live in full band a Piazza del Popolo il 22 maggio,  il cantautore ha vinto il Premio Social del Pubblico al Play Music Stop Violence organizzatoda Giovani per la Pace e lacomunitàdi Sant’Egidio.

“A luglio del 2019 da questo palco è iniziato il mio nuovo percorso musicale con il brano Traffico e da quel momento non mi sono più fermato nonostante la pandemia. Questo è l’augurio che faccio ad ognuno di noi… di avere la forza di non fermarsi mai e di seguire i nostri sogni. Sarà un’ora intensa in cui, mentre voi farete l’aperitivo, vi farò percorrere con me le tracce del mio EP Nel Paese dei Balocchi e le versioni acustiche degli ultimi singoli, ma forse vi farò anche qualche cover e vi racconterò qualche piccolo aneddoto. Per me è un’emozione tornare da dov’è partita la mia “seconda parte” artistica”

Appuntamento, quindi a Salotto Tevere, situato all’altezza di Ponte Cestio, il 23 agosto 2022, dalle ore 19,30 alle ore 20,30 con Matteo Sica Acustic Live; a seguire spettacolo d’improvvisazione teatrale a cura di Silvia Merola.

“La musica porta messaggi, provo solo a darle un vestito adatto alla mia generazione per farla arrivare e farla vostra. E ricordiamoci di non sottovalutare mai un sognatore” (Matteo Sica)

 SPOTIFY brano “PER TUTTE LE VOLTE” :

Biografia Matteo Sica

Matteo Sica, classe 1998, è un cantautore romano di genere Pop soprannominato il Pop-Poeta. Da pochi mesi ha vinto il Premio del Pubblico per Play Music Stop Violence, contest internazionale che si è svolto a Piazza del Popolo ed organizzato da Giovani per la Pace con la comunità di Sant’Egidio alla presenza di circa 4000 persone. Un live che l’ha riportato alle emozioni del 2018 e 2019 quando vinse il Deejay On Stage ed al Deejay On Ice di Radio Deejay.

Nel 2022 ha già all’attivo due brani a tinte urban: RUGGINE, feat. D’Art, uscito il 13 maggio e PARADISO INFERNO, feat. Emez uscito il 4 marzo, ed  altri brani saranno in uscita a partire dall’autunno.

Nel 2021 ha pubblicato il brano PER TUTTE LE VOLTE, diventato un vero e proprio inno alla rinascita ed al “brindare” al superamento dei propri ostacoli, spesso inserito in spot motivazionali.

Nel 2020, durante la pandemia, ha presentato il suo Ep d’esordio “Nel Paese dei Balocchi” con cui ha ottenuto circa 500.000 plays su Spotify, E’ stato ospite di Fiorello a Viva RaiPlay nel dicembre 2019 e Bollino Rosso ad Edicola Fiore nel 2016.

Nel 2020 è stato finalista nel contest di Aw Lab come artista selezionato da Madame ed Ensi.  Studia canto, chitarra e pianoforte sin da piccolo ed ha iniziato a comporre all’età di 14 anni, finalista nel 2016 al contest della Disney “Zootropolis Music Star”. Sempre nel 2016 si esibisce a Milano con Rds nel 2016, presenta il brano “Fino a tre” sul red carpet dell’Ariston durante il Festival di Sanremo e viene ripreso dalle telecamere di Rai3 per Blob.

Dall’uscita del suo Ep d’esordio del 2020 è stato più volte definito dalla stampa il cantautore POP-Poeta, per via dei suoi testi dalle evocazioni poetiche e scevri da parolacce e riferimenti ambigui.

FACEBOOK https://www.facebook.com/matteosicaofficial/

TIK TOK: https://vm.tiktok.com/ZMRn4mrrJ/

SPOTIFY ARTISTA : https://open.spotify.com/artist/2iEsHOMJTjpbKdwusGrhLA

Giardini della Filarmonica: Giada Prandi in “Anna Cappelli”

Sentimenti, paure, fragilità, condizionamenti della società: sono questi gli ingredienti primari del monologo Anna Cappelli”, un classico moderno di un grande autore, Annibale Ruccello. Dopo il significativo successo dell’anteprima nazionale, andata in scena il 21 maggio scorso al Teatro Moderno di Latina, lo spettacolo sarà replicato il 7 luglio alle ore 21.30 nella prestigiosa cornice estiva della 28ª edizione del Festival I solisti del Teatro, presso i Giardini della Filarmonica di Roma.

Una storia contemporanea, quella dell’impiegata del comune di Latina – Anna – protagonista del monologo tragicomico, già assolo per grandi attrici come Anna Marchesini e Maria Paiato, che torna in scena interpretato dall’attrice Giada Prandi, in un nuovo allestimento diretto da Renato Chiocca, che mette al centro la donna oltre il personaggio.
 
La regia è di Renato Chiocca; l’attrice protagonista è Giada Prandi; le musiche originali sono di Stefano Switala; le scene di Massimo Palumbo; i costumi di Anna Coluccia e le luci di Gianluca Cappelletti.
 

LO SPETTACOLO

“Anna Cappelli” è un’impiegata del comune di Latina negli anni ’60, in bilico tra le convenzioni borghesi dell’Italia del boom e la ricerca ossessiva di una casa e di un amore tutto suo. Anna affida a un uomo le aspettative di un futuro migliore, ma dovrà fare i conti con una realtà che non corrisponde ai suoi desideri. Tra commedia e tragedia, Anna – e insieme a lei il pubblico – verranno risucchiati in un vortice di emozioni forti.

SINOSSI:

Anna è una giovane donna che negli anni ’60 si trasferisce da Orvieto a Latina, dopo aver ottenuto un posto di lavoro come impiegata comunale. Lontana da casa e dalla sua famiglia (alla quale sembra essere ancora molto legata), la sua vita procede monotona nella noiosa quotidianità della vita di provincia, fra la polvere e le scartoffie degli uffici del comune e la convivenza con l’asfissiante signora Rosa Tavernini e i suoi «puzzolentissimi gatti». La svolta sembra finalmente arrivare grazie all’incontro con il ragioniere Tonino Scarpa, un abbiente scapolo che vive solo nella sua casa con dodici stanze e tanto di cameriera, il quale dopo pochi mesi le propone di andare a vivere con lui, ma senza sposarsi. Anna accetta riluttante “l’inconsueta” proposta fra i pettegolezzi delle colleghe bigotte e il disappunto della signora Tavernini. La relazione fra i due non va come sperato e in un crescendo delirante e tragicomico Anna verrà trascinata dalle sue fragilità in una spirale di paura, paranoia e possessività che la porterà a commettere un gesto estremo e inaspettato, ma che per lei rappresenta il più grande “atto d’amore” possibile. Anna è una donna in lotta con il suo passato e i suoi demoni. Una vittima del suo tempo, della condizione della donna negli anni ’60; vittima di una società e di una morale che rifiuta, ma che non ha la forza di combattere e da cui noi riesce a emanciparsi.
 

NOTE DI REGIA:

“Un testo, un’attrice e il teatro come spazio della mente. Ho sempre considerato questo testo di Ruccello un piccolo capolavoro contemporaneo per sintesi, poesia e complessità, e quando finalmente Giada Prandi ha accettato la mia proposta di interpretarlo, la nostra Anna Cappelli ha cominciato a vivere, rivelandosi immediatamente per la sua universalità, fuori dal tempo. Anna vive nell’Italia del boom, ma è vittima di un’implosione che la porta alla disperazione. Come molti di noi, oggi sovraesposti agli stimoli dei social network, della pubblicità e di modelli di vita esterni al nostro reale quotidiano, Anna ha una sovraesposizione mentale ed emotiva che contrasta con le sue capacità di elaborazione. È un’impiegata; la sua estrazione la costringe a emigrare per lavoro, e dalla tradizionale Orvieto si muove a Latina, una città nuova (la nostra città, di Giada Prandi e mia), fondata dal fascismo e priva di radici identitarie. Anna condivide quindi con molti di noi uno stato d’animo di sradicamento. Si muove per lavoro con aspettative e desideri che non riuscirà a concretizzare e che faranno emergere in lei il suo lato più oscuro. Si attacca all’amore, ma sprofonderà nell’abisso. Nel nostro allestimento abbiamo cercato di entrare nella testa di Anna per raccontarla in tutte le sue sfumature, nei suoi pensieri e nelle sue emozioni, stilizzandola ma andando oltre la maschera, mantenendo il palco come la scatola vuota che lei stessa vuole creare, teatro di un viaggio empatico e straniante nell’animo umano, che parte commedia e finisce in tragedia”.
 

BIOGRAFIE:

Annibale Ruccello, scomparso a soli trent’anni, nel 1986, è oggi più che mai un autore di culto dalla voce lirica e beffarda, espressiva di una generazione ansiosa di ricreare un teatro nuovo e dentro la realtà, ma capace anche di ridere nella tragedia. Arrivato alla scena dalla scuola di Roberto De Simone, rappresenta accanto a Enzo Moscato e Manlio Santanelli la punta di diamante della “nuova drammaturgia napoletana”, e da regista e attore dei suoi testi racconta la deriva della nostra società attraverso una scrittura – “un musicale scassato, minimale”, come lui stesso la definisce – che oscilla tra la verità del dialetto e la parodia dell’italiano televisivo, intrecciando echi storici col quotidiano, quando non riscrive pezzi di repertorio in feroci adattamenti. Un teatro di solitudini indagate con lucido sguardo da antropologo, di inquietudini sospese in un limbo onirico ai bordi della follia, di personaggi sradicati dalla loro cultura originaria e, quindi, dalla loro consistenza collettiva.

Giada Prandi si diploma nel 1999 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma. Si perfeziona studiando con vari maestri della scena contemporanea, quali: Leo De Berardinis, Nicolaj Karpov, Augusti Humet. Nel suo percorso teatrale, che spazia dal comico al drammatico, lavora con Simone Carella, Giancarlo Nanni e Manuela Kustermann, Roberto Guicciardini, Luciano Damiani, Luciano Melchionna, Gabriele Pignotta, Juan Diego Puerta Lopez, Giles Smith e molti altri. Per il cinema e la televisione lavora con diversi registi, tra i quali: Pupi Avati, Gianluca Maria Tavarelli, Michele Placido, Lodovico Gasparini, Gianfranco Albano.

Renato Chiocca è regista e sceneggiatore, lavora per il cinema, il teatro e la televisione. Ha diretto, tra gli altri, Processo per stupro (2018) una produzione Teatro Eliseo dal documentario di Maria Grazia Belmonti, Anna Carini, Rony Daopoulo, Paola De Martiis, Annabella Miscuglio e Loredana Rotondo, con Clara Galante, Enzo Provenzano, Tullio Sorrentino, Francesco Lande e Simona Muzzi, di cui ha curato anche l’adattamento teatrale pubblicato in Atti daccusa. Testi teatrali e interviste sulla rappresentazione della violenza contro le donne (Aracne Editrice, 2021).

Stefano Switala è un musicista e compositore di colonne sonore per cinema TV e teatro con una formazione e percorso artistico di respiro internazionale. Negli anni ha composto assiduamente musiche originali per decine di film e documentari collaborando con alcune delle più importanti produzioni italiane. Tra i suoi lavori per il cinema: “Toilet”, “Otzi e il mistero del tempo” vincitore del Giffoni film festival, “Sconnessi”, “Ti sposo ma non troppo” commedia romantica con record d’ascolti TV, il film d’animazione “Winx: Il mistero degli abissi” distribuito in oltre 190 paesi. Ha inoltre composto decine di sigle per programmi Rai (Europei di calcio 2008, Linea Verde, La vita in diretta), spot istituzionali/ministeriali e campagne pubblicitarie nazionali e internazionali. www.stefanoswitala.com

Massimo Palumbo architetto, artista. Interessato alle dinamiche incontro-scontro tradizione e innovazione, da attenzione alla partecipazione, alla progettazione di nuove ipotesi di sviluppo per tutelare la diversità delle comunità locali. Nel 2012 è vincitore con “Hangar 3.0” del Concorso Nazionale di idee per la riqualificazione di Piazza del Popolo a Latina. È presente con “Vivi. Opere di Massimo Palumbo”, mostra a cura di Cristina Costanzo. Del 2016 “Un unico viaggio. Massimo Palumbo_Arte e Architettura (1970-2015)” a cura di Teresa Lucia Cicciarella a Barcellona presso il Reial Cercle Artistic. Nel 2017 NIHIL_NADA opere di Massimo Palumbo a cura di Joan Abellò Juanpere presso il Circulo de Bellas Artes a Madrid. Del 2019 “Autoritratto” a cura di Maria Arcidiacono ed Elena Donati progetto Macroasilo MACRO Roma. Nei primi di ottobre del 2020, la Giuria dell’IN/ARCH l’Istituto Nazionale d’Architettura, all’unanimità attribuisce il Premio BRUNO ZEVI 2020 per la Comunicazione Architettonica al: MAACK, Museo all’Aperto d’Arte Contemporanea Kalenarte.

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INFO E PRENOTAZIONI

Giardini della Filarmonica

Via Flaminia,118 – Roma

Tel. + 39 3807862654

Orario spettacolo: ore 21.30

SCHEDA TECNICA

Genere: tragicommedia

Durata: 60 minuti

Autore: Annibale Ruccello

Regia: Renato Chiocca

Attrice protagonista: Giada Prandi

Musiche originali: Stefano Switala

Scene: Massimo Palumbo

Costumi: Anna Coluccia

Luci: Gianluca Cappelletti 

MASSI FARINA l’ironico brano ER BARONE DECADENTE adesso  è anche un video ed uno storytelling

MASSI FARINA racconta in video una finta storia vera di realtà e di fantasia de ER BARONE DECADENTE, il suo primo singolo da solista che ha già incuriosito, divertito e fatto riflettere  gli ascoltatori, e che adesso potranno gustarsi Er Barone ed i suoi personaggi anche in video. Il  cantautore romano canta e racconta, con ironia ed humor, di  Adelmo Maria De Leonardis, barone di Torrespaccata e Centocelle,  un personaggio di fantasia che potrebbe essere assolutamente reale e, soprattutto, attuale, travolto dalla decadenza economica, la decadenza dello stile e dell’eleganza, la decadenza dei valori. Il videoclip ci riserva un finale tra il triste ed il “romantico” per una  chiusura in positivo verso la  speranza delle buone azioni e della dolcezza, nonostante tutto. Tutto costruito in un miscuglio tra attuale e d’epoca, come a dimostrare che situazioni ed atteggiamenti esistono, ora come allora, a cavallo tra le epoche.   

Massi Farina, i tuoi brani, sempre apparentemente allegri, esprimono concetti sociali forti e attuali  qual’é l’aspetto  di cui vuoi parlare in questo tuo singolo?

“Ho visto Er Barone come il simbolo della crisi che abbiamo passato in questi ultimi anni. Se persino ad un ricco e nobile signore staccano la corrente (come canto nel brano) pensa una persona “normale” come se la sta passando! Il testo mi è stato ispirato dal film “Il Conte Max” di De Sica ed anche da un nobile squattrinato che ho conosciuto veramente. E poi quanti sono i Baroni bar(b)oni?

Questo videoclip vede la partecipazione di diversi personaggi iconici: il barone, il maggiordomo e l’amante del barone. Sono personaggi di sempre o personaggi di oggi?

 “Sono personaggi di sempre e di ovunque. Situazioni che hanno attraversato i secoli e che anche adesso esistono. Li ho solo calati in una realtà attuale per renderceli più familiari e proiettarli in una crisi generale che abbiamo vissuto e che viviamo un po’ tutti.”

Questo video del tuo primo singolo esce dopo la distribuzione del tuo secondo brano dal titolo Monsignore. Anche in questa seconda canzone non scherzi riguardo a tematiche. Dove ci porterà il resto dell’album?

“Vi farò vedere la società attuale con i miei occhi e con il mio modo di percepire la realtà. Ogni brano ha un suo motivo di esistere e va a toccare punti di cui, in fondo, parliamo spesso un po’ tutti. Sarà un progetto musicale in 9 uscite con copertine d’autore, ad opera di Paco Rianna, con i quadri di Barbara Maresti  e diverse altre connessioni artistiche che scoprirete man mano!”

Tre curiosità:

  1. La scritta sulla cover è tratta da un manoscritto di D’Annunzio ed è stata realizzata su foto ed artwork di Paco Rianna,
  2. Il singolo Er Barone Decadente è uscito il 5 aprile alle 9,15 in omaggio al compleanno del papà dell’artista.
  3. Il videoclip del singolo Er Barone Decadente è uscito il 29 giugno, giorno del compleanno dell’artista

Prodotto da MASSI FARINA e MARISA DI MARIO

Regia: ALESSANDRO DI FILIPPO

Direttore della Fotografia: PACO RIANNA

Aiuto regia: NIC DEBENE

Soggetto e sceneggiatura: MASSI FARINA

Trucco e costumi: ANNA PENNAFORTE

Attori: FERNANDO DI VIRGILIO (Er barone decadente),

STEFANIA AMODIO (l’amante der barone)

LUIGI NICOLAS MARTINI (er factotum der barone)

Musicisti del video:

Cantante: MASSI FARINA

Pianista: FRANCESCO FINORI

Bassista: ANGELO ORLANDO

Violinista: ERMANNO DODARO

Batterista: DAVIDE BALESTRI

Si ringrazia BARBARA MARESTI per aver realizzato il quadro del barone.

Si ringrazia DAVIDE CREA e NUCCIA STUDIO, per aver messo a disposizione le location (rispettivamente, per le scene di casa del barone e dello studio di registrazione).

Un ringraziamento speciale a MARISA DI MARIO, FABRIZIO SIMONCIONI e a LUIGI DI FILIPPO. Foto di scena: PACO RIANNA

Occhiali by DAVIDE CREA

“Er barone decadente” è distribuito su tutte le piattaforme digitali, con etichetta OF Records.

Testo e Voce: MASSI FARINA

Arrangiato da FRANCESCO FINORI

Batteria: KICCO CAREDDU

Percussioni: PAULO LA ROSA

Tastiere, basso e orchestrazioni: FRANCESCO FINORI

Cori: MASSI FARINA e FRANCESCO FINORI

Mixato e Masterizzato da SIMONE COEN

Cover: PACO RIANNA

BIO MASSI FARINA

Inizia la sua storia  da solista nel 2020 dopo le interessanti esperienze nelle band, di cui è stato anche il co-fondatore,  “La Cricca dell’Orma”, “Le AnimeNote” e i “D.S.P. (DigitalSoundParadise)”  con cui si è esibito  in tantissimi live e si è tolto diverse soddisfazioni.  Prima di intraprendere questo percorso solista, ha realizzato per Le AnimeNote, “Che è rimasto de loro”, un brano di beneficenza dedicato ai giudici Falcone e Borsellino, mixato da Fabrizio Simoncioni, caro amico e grandissimo fonico e musicista (attualmente tastierista dei Litfiba). Il videoclip del brano, per la Regia di Damiano Impicciché, si è aggiudicato la vittoria del Premio Roma Videoclip per il sociale,  nel Giugno 2021. Tra le altre soddisfazioni raggiunte con le band ci sono state le finali del Premio Califano (2016 e 2019), 2016 live nel meraviglioso Teatro Olimpico e nel 2019 al Puff,  storico locale romano di Lando Fiorini. Al momento MASSI FARINA è in uscita il 5 aprile con il brano “ER BARONE DECADENTE”, singolo, a cui presto seguirà il videoclip,  come  anticipazione del progetto solista in 6 uscite.

Link Spotify

link Apple Music

https://music.apple.com/…/er-barone…/1615796639

Link Social Massi Farina:

https://www.facebook.com/massifarina2020/

https://instagram.com/massi_farina

Link Youtube Artista

https://www.youtube.com/channel/UCr1Sjf_wycN7d4U5SbvHZ_w

sito personale:

https://www.massifarina.it/

Ed adesso vi raccontiamo una finta storia vera di realtà e di fantasia

Er barone decadente.

Storia della sua famiglia,

dalla Roma papalina ai giorni nostri.

Adelmo Maria De Leonardis, barone di Torrespaccata e Centocelle, ha 76 anni.

Il casato De Leonardis è una delle più importanti ed antiche famiglie Romane.

Seconda per importanza forse solo alle Famiglie Pamphilj, Borghese, Barberini e Colonna.

La storia dei De Leonardis inizia 8 secoli fa.

Il primo componente documentato è Angelo, vissuto a cavallo tra il 1205 e il 1260.

Sappiamo con certezza che, nel 1240 era consigliere di Papa Gregorio IX, in Vaticano.

In questa famiglia ci sono stati anche principi e conti.

Da allora fino ai nostri giorni, si sono succedute 25 generazioni.

Adelmo è l’ultimo componente della famiglia.

Non ha figli. Ha una sorella più grande (Carmen) e 2 nipoti, che vivono a Buenos Aires.

Adelmo non ha mai lavorato… ha sempre avuto disponibilità economiche tali da non averne la necessità.

Da sempre interessato all’arte e alla filosofia, è stato sposato 3 volte, senza mai procreare.

Milo Cesaretti, e’ l’ombra di Adelmo: suo autista, cameriere e factotum.

“..in quarche modo sbarcheremo er lunario baro’ ” gli dice.

Nonostante la giovane età sa come muoversi in tutte le situazioni.

Le cose ultimamente non vanno troppo bene, neanche per i nobili. Tra coronavirus, lockdown e inflazione.

Adelmo è costretto a vendere per pagare i debiti, quasi tutto il palazzo (di proprietà della famiglia da 400 anni) in cui vive, di via del governo vecchio, vicino Piazza Navona.

Il palazzo in cui è nato lui, suo padre, suo nonno e tutto il resto del parentado, dal 1600.

Rimane a vivere in una piccolissima porzione di 60 metri quadri.

A volte quando non ci sono soldi, gli staccano anche la corrente.

Corrente che poi, in qualche maniera Milo riesce sempre a fargli riattaccare, tramite le conoscenze che ha al comune. Ma questa cosa non la diciamo in giro.

Per “campare” Adelmo Maria De Leonardis, da lezioni di bon ton e portamento a chiunque ne faccia richiesta.

Anche Milo viene pagato in questa maniera.

Non si arrabbia, gli vuole bene. In fin dei conti lo vede un po’ come un nonno dai modi di fare curiosi.

Generalmente gli allievi di Adelmo sono tutte persone di origini umili che vogliono fare il “salto”.

Bottegai arricchiti che vogliono entrare nella buona società, attricette di 2a categoria che vogliono fare il colpo gobbo circuendo qualche

grosso papavero imbottito di soldi; oppure semplici ragazzi di provincia che vogliono imparare da Lui, dal “barone decandente…”

Sguardo fiero, ciabatta bucata, ma una parola di conforto per tutti.

<<Baro’ che se magnamo stasera?>>

” Oh pensi sempre a magna’ Te…”

Il barone ha una terza moglie, Eufemia, che ormai vive in pianta stabile presso un convento di suore a Montepulciano. Con Adelmo c’e’ ormai solo uno scambio epistolare.

Da tanti anni il De Leonardis ha una amante/fidanzata, Valeria.

Molto più giovane di lui. Molto bella ma un po’ troppo borgatara.

Adelmo, non sempre pazientemente, cerca di insegnare anche a Lei le buone maniere.

Il tutto è accompagnato da quel modo di fare tutto romano del “consolarsi con l’ajetto”. O del farsi una risata per qualsiasi cosa, anche sul ciglio del burrone.

Per la serie…”le cose vanno male, ma in qualche modo faremo…”

Er barone decadente….