Sessanta anni fa, il 2 aprile 1959, Uto Ughi debuttava alla IUC: aveva quindici anni e portava ancora i calzoni corti ma era già una celebrità. Il suo concerto di sabato 18 maggio 2019 alle 17.30 nell’Aula Magna della Sapienza festeggia questa ricorrenza e Ughi per questa occasione speciale suonerà alcuni dei suoi cavalli di battaglia. Insieme a lui Michail Lifits, non un semplice “accompagnatore” ma un pianista di primo piano, vincitore nel 2011 del “Ferruccio Busoni” di Bolzano, uno dei più selettivi e prestigiosi concorsi pianistici in campo internazionale.
Ughi apre il concerto con la Ciaccona in sol minore di Tommaso Antonio Vitali, vissuto tra Seicento e Settecento e oggi noto per quest’unica ma celeberrima composizione, che è nel repertorio dei più grandi virtuosi e viene preferibilmente eseguita nella revisione ottocentesca di Ferdinand David. Si passa dal Barocco al pieno romanticismo con la Sonata n. 3 in re minore op. 108 di Johannes Brahms. La dimensione della musica da camera è tra le più congeniali a Brahms e occupa nel suo catalogo uno spazio superiore a quello dei lavori sinfonici; alla musica da camera il compositore si rivolse particolarmente nella sua età matura, componendo alcuni dei suoi maggiori capolavori, tra cui questa Sonata, che mostra un’estrema attenzione alla rifinitura e all’equilibrio formale e ha spesso un tono di meditazione intima, quasi di confessione.
La seconda parte del concerto è dedicata a tre celebri e brillanti pezzi di bravura della fine dell’Ottocento e dell’inizio del Novecento che flirtano con i colori e i ritmi della musica spagnola. È di Manuel De Falla, il maggior rappresentante della scuola nazionale iberica, la Suite Popular Española, fortunata versione per violino e pianoforte delle sue Canciones Populares Españolas del 1914. Dedicato al violinista spagnolo Pablo De Sarasate, il Rondò capriccioso op. 28 di Camille Saint-Saëns era fatto per mettere in mostra la prodigiosa bravura di quel celebre virtuoso e nel contempo era un omaggio alla sua patria, perché vi compaiono melodie e ritmi dall’inconfondibile colore spagnolo. Questo brano divenne talmente celebre che due grandi compositori come Bizet e Debussy ne hanno fatto delle proprie versioni. Il concerto si conclude con la pirotecnica Tzigane di Maurice Ravel, una musica dal virtuosismo satanico e smagliante, un vero tour de force con cui solo i più grandi violinisti possono cimentarsi.
Non è certamente necessario tessere ancora una volta le lodi di Uto Ughi, uno dei massimi esponenti della tradizione violinistica italiana e più grandi violinisti in assoluto dei nostri giorni. Quando era appena dodicenne, la critica già scriveva di lui: “Uto Ughi deve considerarsi un concertista artisticamente e tecnicamente maturo”. Ha suonato in tutto il mondo, nei principali festival, con le più rinomate orchestre sinfoniche, sotto la direzione dei più importanti direttori d’orchestra tra cui Celibidache, Gatti, Gergiev, Giulini, Maazel, Mehta, Pretre, Rostropovich, Sawallisch, Sinopoli, Temirkanov. Ha inciso le più importanti opere del repertorio violinistico e pubblicato il libro “Quel Diavolo di un Trillo – note della mia vita”. Suona un Guarneri del Gesù del 1744 dal suono caldo e dal timbro scuro, forse uno dei più bei “Guarneri” esistenti, e uno Stradivari del 1701 denominato “Kreutzer” perché appartenuto all’omonimo violinista a cui Beethoven aveva dedicato la famosa Sonata.
Nato nel 1982 a Tashkent (Uzbekistan) e trasferitosi in Germania all’età di 16 anni, Michail Lifits svolge una notevolissima carriera da solista nelle più importanti sale da concerto d’Europa e d’America ed è anche un appassionato e ricercato musicista da camera. Incide in esclusiva per Decca ed è attualmente impegnato nell’incisione integrale della musica per pianoforte di Schubert.
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Musiche per violino e pianoforte a “Note in Biblioteca”
COMUNICATO STAMPA
Venerdì 20 aprile alle 20.30 nella biblioteca di Villa Leopardi (via Makallé, tel. 0645460621) musiche per violino e pianoforte a “Note in Biblioteca”, la serie di incontri musicali della IUC ad INGRESSO GRATUITO nelle biblioteche di Roma Capitale.
I protagonisti di questo incontro sono due giovani musicisti brasiliani, il pianista João Tavares Filho, che ha già nel suo curriculum premi in diversi concorsi internazionali e concerti in America del Nord e del Sud e in Europa, e il violinista Francisco Cóser, anch’egli vincitore di vari premi internazionali, che ha suonato sia da solo che con varie orchestre e gruppi da camera in Brasile, USA, Cina e in varie importanti citta europee come Londra, Vienna, Atene e Roma. Nel 2014 Cóser e Tavares hanno costituito un duo che si è esibito tra l’altro in Brasile, a Chicago, a Bologna e a Roma.
Iniziano il loro concerto con la Fantasia op. 159, il più ampio e bel brano per violino e pianoforte scritto da Franz Schubert. Proseguono con “Il trillo del diavolo” di Giuseppe Tartini, un brano di difficoltà veramente diabolica, che il compositore disse essergli stato dettato in sogno dal diavolo in persona. Poi la Sonata n. 2 op. 100 di Johannes Brahms, una composizione introspettiva e intimistica. Infine Desafio III del compositore contemporaneo brasiliano Marlos Nobre.
Introduce all’ascolto Luca Pandolfi, specializzando in musicologia all’Università “Sapienza” di Roma.
Questi incontri sono organizzati dalla IUC in collaborazione con Sapienza Università di Roma e Biblioteche di Roma.
Questo il programma completo:
Schubert Fantasia in do maggiore per violino e pianoforte op. post. 159 D. 934
Tartini Sonata in sol minore per violino e pianoforte “Il Trillo del Diavolo” (arr. di Kreisler)
Brahms Sonata n. 2 in la maggiore per violino e pianoforte op. 100
Marlos Nobre Desafio III per violino e pianoforte op. 32/3
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Mauro Mariani
Ufficio stampa dell’Istituzione Universitaria dei Concerti
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Jordi Savall con il suo storico ensemble Hespèrion XXI invita alla scoperta della musica che si poteva ascoltare ad Istanbul nel 1700: un viaggio in un mondo sonoro sconosciuto e affascinante
COMUNICATO STAMPA
Jordi Savall sarà martedì 17 aprile alle 20.30 all’Aula Magna della Sapienza per i concerti della IUC. Savall suonerà la viola d’arco e la lyra e dirigerà Hespèrion XXI, lo storico ensemble da lui stesso fondato.
Jordi Savall, uno dei massimi interpreti della musica barocca, da alcuni anni si dedica con passione anche alla riscoperta e alla diffusione delle tradizioni musicali del vicino oriente e delle altre sponde del Mediterraneo: queste antiche e nobili tradizioni sono oggi dimenticate e ignorate e rischiano di sparire.
Questo suo concerto alla IUC è dedicato ad Istanbul e presenta le musiche strumentali “colte” della corte dei sultani ottomani, in dialogo e in alternanza con le musiche delle comunità armena, greca ed ebraico-sefardita, molto numerose ed importanti ad Istanbul in quell’epoca. Savall si è basato principalmente sul Libro della Scienza della Musica di Dimitrie Cantemir (1673-1723). Si tratta di un documento eccezionale sotto molti aspetti: innanzitutto è una fonte fondamentale di conoscenza della teoria, dello stile e delle forme musicali ottomane dei secoli XVII e XVIII, ma è anche una delle più interessanti testimonianze sulla vita musicale in uno dei più importanti paesi del vicino oriente e in particolare ad Istanbul, la più popolosa città europea dell’epoca. In questa raccolta di 355 composizioni – scritte con un sistema di notazione musicale inventato dallo stesso Cantemir – si trovano canti d’amore e lamenti di esuli, omaggi alla bellezza della terra ed odi eroiche. Queste musiche rappresentano la più importante collezione di antica musica ottomana giunta fino a noi. Per questa particolare occasione agli abituali musicisti di Hespèrion si è aggiunto un magnifico gruppo di strumentisti provenienti da Turchia, Armenia, Marocco e Grecia.
Come sempre avviene con Savall, anche questo promette di essere un concerto di straordinario fascino, che, attraverso il dialogo tra musiche di diversi popoli e quindi tra diverse storie, culture e religioni, può insegnarci molto anche sul mondo di oggi.
Jordi Savall è una personalità musicale tra le più polivalenti della sua generazione. Da più di cinquant’anni egli fa conoscere al mondo molte meraviglie musicali lasciate nell’oscurità, nell’indifferenza e nell’oblio. Egli scopre e interpreta queste musiche antiche con la sua viola da gamba o come direttore. Le sue attività di concertista, insegnante, ricercatore e creatore di nuovi progetti sia musicali sia culturali, lo situano tra i principali attori del fenomeno della rivalutazione della musica storica.
Il concerto ha il supporto del Departament de Cultura della Generalitat de Catalunya e dell’Institut Ramon Llull.
Mauro Mariani
Ufficio stampa dell’Istituzione Universitaria dei Concerti
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Un dialogo di Leopardi messo in musica da Guido Ricci in prima esecuzione assoluta, con il tenore Anselmo Fabiani e il baritono Bruno Taddia, che interpretano anche arie e duetti di Donizetti
COMUNICATO STAMPA
Si svolgerà lunedì 16 aprile alle 18.00 l’ultimo concerto della stagione organizzata da Roma Sinfonietta presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” (Auditorium “Ennio Morricone”, Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).
Nella prima parte è in programma una novità assoluta di Guido Ricci, che ha messo in musica il Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere, una delle più famose delle “Operette morali” di Giacomo Leopardi. I due personaggi del dialogo sono interpretati dal tenore Anselmo Fabiani e dal baritono Bruno Taddia, con l’accompagnamento del flauto di Bruno Lombardi, del violoncello di Paolo Andriotti e del pianoforte di Antonello Maio. La visione pessimistica di Leopardi è espressa in questo dialogo in modo quasi sereno, mettendo da parte i toni sarcastici e amari di altre sue opere. Ma quando il venditore di almanacchi gli chiede quale anno della sua vita vorrebbe rivivere, il passante deve ammettere di non voler tornare indietro a nessuno degli anni precedenti: la concezione della vita umana da parte di Leopardi è dunque sempre negativa, ma questa volta il poeta sembra dire che bisogna comunque resistere al nichilismo e continuare a sperare.
Nella seconda parte si volta decisamente pagina e si ascoltano arie e duetti delle due più brillanti opere comiche di Gaetano Donizetti, coetaneo di Leopardi, cantate da Anselmo Fabiani e Bruno Taddia. Dell’Elisir d’amore si ascoltano due arie – “Quanto è bella, quanto è cara” e la celeberrima “Furtiva lacrima” – e i duetti Belcore-Nemorino e Dulcamara-Nemorino. Il baritono propone anche l’aria “Bella siccome un angelo” del Don Pasquale.
Mauro Mariani
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Gershwin, The Doors, Pino Daniele e altre famose canzoni con il duo Musical Pills
COMUNICATO STAMPA
Riprende “Note in Biblioteca”, la serie di incontri musicali della IUC ad INGRESSO GRATUITO nelle biblioteche di Roma, che già lo scorso anno è stata accolta con grande favore dalla cittadinanza.
Il fine di questa iniziativa è di avvicinare alla musica dal vivo il pubblico che vive in zone periferiche della città, dove le occasioni di questo tipo sono molto rare. I nove appuntamenti si svolgono il venerdì sera e il sabato mattina presso le biblioteche “Ennio Flaiano”, “Villa Leopardi” e “Vaccheria Nardi” e sono affidati a giovani musicisti già avviati ad un brillante futuro e ad altrettanto giovani specializzandi in Musicologia dell’Università “La Sapienza”, che presenteranno le musiche in programma.
Si inizia venerdì 13 aprile 2018 alle 20.30 nella Biblioteca “Ennio Flaiano” (via Monte Ruggero 39, tel. 0645460431) con il duo The Sound Pills, formato da Piera D’Isanto (voce) e Marco Silvi (tastiera). Sono in programma alcune delle canzoni più celebri di sempre, a cominciare da Summertime di George Gershwin. Poi People Are Strange dei Doors, Je so pazz’ di Pino Daniele, Munasterio e’ Santa Chiara di Galdieri/Barberis. Inoltre due canzoni popolari: Nenia Grika nell’antico dialetto greco parlato in alcune zone del Salento e Grizzly Bear, un canto di lavoro afroamericano. Marco Silvi e Piera D’Isanto interpretano anche due canzoni scritte da loro stessi, Stridente e Fafoluccia. La guida all’ascolto è di Monica Marziota.
Nato tre anni fa, il duo The Sound Pills sfida le distanze stilistiche e temporali e mette in comunicazione brani provenienti dai più disparati repertori musicali, creando una tessitura sonora intensa e originale e regalando nuova vita a melodie antiche tramite l’uso di effetti e looper. L’obiettivo dei due musicisti è offrire all’ascoltatore delle vere e proprie “sound pills”, pillole sonore, perle differenti e preziose, che vanno a formare una collana musicale ricca e inaspettata, spingendosi oltre le semplici catalogazioni di “generi musicali” per scoprire che la Musica, pur parlando lingue differenti, conserva sempre unico e intatto il messaggio della sua inequivocabile bellezza.
Questi incontri musicali della IUC sono in collaborazione con Sapienza Università di Roma e Biblioteche di Roma.
Ufficio stampa dell’Istituzione Universitaria dei Concerti
Mauro Mariani
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Massimo Venturiello e Prisca Amori presentano il connubio Dante e Bach
Massimo Venturiello legge Dante, Prisca Amori suona Bach: è un incontro ai massimi livelli tra poesia e musica quello di mercoledì 24 gennaio alle 18.00 all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” nell’ambito dei concerti di Roma Sinfonietta (Auditorium “Ennio Morricone”, Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).
Introdotto da Lazzaro Rino Caputo, docente di Letteratura Italiana presso l’Università Roma2, Massimo Venturiello leggerà un canto di ciascuna delle tre cantiche della Divina Commedia: il primo dell’Inferno, il secondo del Purgatorio e il trentatreesimo e ultimo del Paradiso. Alle terzine di Dante Alighieri si alternerà la musica di Johann Sebastian Bach, precisamente brani delle Partite e Sonate per violino solo, nell’esecuzione di Prisca Amori.
Oltre mille chilometri e quattrocento anni separano Dante e Bach, ma questi due grandi spiriti rivelano segrete e misteriose affinità, instaurando tra loro un dialogo profondo, che annulla ogni distanza.
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Allego comunicato completo, bio e foto.
Cordiali saluti,
Mauro Mariani
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Fazil Say in concerto nell’Aula Magna della Sapienza
Fazil Say torna a Roma con le musiche che ama di più.
Nella sua esecuzione i “Notturni” di Chopin sono sognanti e poetici
e l’ “Appassionata” di Beethoven trabocca di veemente passione.
Conclude con una sua composizione dedicata ad Atatürk
in prima esecuzione italiana
“Bisogna sentirlo, questo giovane suona come un diavolo”: a dire queste parole a proposito di Fazil Say, diventate proverbiali, è stato il compositore tedesco Aribert Reimann, dopo aver ascoltato il pianista turco quando aveva solo diciassette anni. Da allora Say ha suonato con tutte le principali orchestre americane ed europee e con importanti direttori, elaborando un vasto repertorio, che va da Bach a Beethoven, dai romantici ai contemporanei. Adesso di anni ne ha quarantasette e continua a incantare il pubblico e la critica, che trovano che i suoi concerti sono diversi dagli altri, più spontanei, più aperti, più emozionanti.
È un interprete fuori dell’attuale main stream, che riduce tutto alla tecnica e all’immagine, mortifica le idee e rende gli interpreti uno uguale all’altro. Say è diverso, è sempre originale e trascinante e sa giungere al cuore dell’ascoltatore, un dono divenuto ormai raro nel mondo sempre più materialista e rigidamente programmato della musica classica. Nei giorni scorsi ha dovuto ripetere due volte nello stesso giorno un suo concerto ad Istanbul, per soddisfare il pubblico di oltre diecimila persone che voleva ascoltarlo.
È anche compositore, perché suonare e comporre sono per lui i due lati di una stessa medaglia, da quando la sua insegnante gli chiedeva di improvvisare ogni giorno sui temi del quotidiano, prima di dedicarsi agli abituali esercizi pianistici. Nelle sue composizioni Say accoglie gli stimoli più diversi e fa dialogare la musica classica europea con la tradizione musicale della Turchia, gettando un ponte tra oriente e occidente. Say ha le sue idee, non solo in campo musicale, e le esprime liberamente e con coraggio, come quando ha dedicato una sua composizione alle vittime della polizia durante le manifestazioni per Gezi Park ad Istanbul. Per alcuni tweet considerati ironici sull’Islam – un’accusa che egli respinge decisamente – ha subito anche un processo, conclusosi dopo quattro anni con l’assoluzione.
Fazil Say suonerà martedì 23 gennaio alle 20.30 a Roma nell’Aula Magna della Sapienza per i concerti della IUC. Inizierà con tre dei brani più noti di Chopin (il Notturno in mi minore op. 72, e i due Notturni in do diesis minore e in do minore, pubblicati postumi) a cui seguirà la Sonata in fa minore op. 57 “Appassionata” di Beethoven, che ad oltre due secoli dalla sua composizione continua a emozionare con la sua forza espressiva e le sue idee musicali rivoluzionarie, esaltate dall’interpretazione di Say. La seconda parte del concerto si aprirà con Erik Satie, eccentrico protagonista della vita musicale parigina tra diciannovesimo e ventesimo secolo, di cui Say eseguirà sei Gnossiennes, piccoli brani all’apparenza semplicissimi e innocui, ma assolutamente originali per la libertà del ritmo, degli accordi e della forma.
Say concluderà con due proprie composizioni, Black Earth e Yürüyen Köşk – Hommage à Atatürk, op. 72, quest’ultima è stata scritta nel 2017 ed è una novità per l’Italia. Black Earth si basa su una canzone di Aşık Veysel (1891-1973), famoso autore di ballate popolari turche e ultimo rappresentante di una tradizione millenaria finita con lui. Questa sua canzone parla di solitudine e perdita: alla fine tutto quel che rimane è la “terra nera” della sua regione natale di Sivas.
Yürüyen Köşk – Hommage à Atatürk, op. 7 – il cui titolo significa “il palazzo che cammina” – è un ampio brano diviso in quatto movimenti (Illuminazione – Lotta contro l’oscurità – Credere nella vita – Il platano) ed esiste in due versioni, per pianoforte solo – che costituisce la quarta parte di The Art of the Piano – e per quintetto. È ispirato ad un episodio della vita di Atatürk, il padre della Turchia moderna, che in una sua proprietà fondò una “fattoria del popolo” per incoraggiare le pratiche agricole moderne. Quando un platano crebbe così tanto da rendere necessario tagliarne un ramo per non danneggiare un edificio che sorgeva lì vicino, Atatürk decise piuttosto di spostare il palazzo di qualche metro, con una complessa opera di ingegneria. Poi donò al popolo turco questa proprietà e tutti gli altri suoi beni.
BIGLIETTI: Interi: da 15 euro a 25 euro, più prevendita
Giovani: under 30: 8 euro; under 18: 5 euro
INFO per il pubblico: tel. 06 3610051/52
http://www.concertiiuc.it
botteghino@istituzioneuniversitariadeiconcerti.it
Ufficio Stampa dell’Istituzione Universitaria dei Concerti:
Mauro Mariani
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Alla IUC si celebrano i cento anni dalla morte di Debussy, con un concerto della pianista Ilia Kim
Comunicato Stampa
Nel centenario della scomparsa di Claude Debussy, la IUC è la prima a Roma a rendere omaggio al compositore francese, con il concerto della pianista Ilia Kim, che avrà luogo sabato 13 gennaio 2018 alle 17.30 nell’Aula Magna dell’Università “La Sapienza”.
Il concerto sarà preceduto da un incontro tra storici dell’arte e musicologi, dedicato ai rapporti fra il compositore francese e le arti figurative, con la partecipazione di Claudia Cieri Via, Franco Piperno, Piero Rattalino, Claudio Zambianchi e in collaborazione con il MLAC Museo-Laboratorio di Arte Contemporanea (Sala Multimediale del Palazzo del Rettorato alle 16.00).
Il concerto di Ilia Kim – intitolato “DEBUSSY preraffaellita, impressionista, simbolista, astrattista” – documenterà le varie fasi della parabola artistica del compositore che ha segnato il passaggio dall’Ottocento al novecento. Infatti le musiche in programma abbracciano l’intero arco dell’attività di Debussy, dai giovanili Arabesques (1888-1891) e Claire de lune (1890) ai Préludes (1908) e alle Ètudes (1915).
Il concerto sarà introdotto da Piero Rattalino. Come egli dice, «il centenario della morte di Debussy capita in un momento in cui la sua figura è al centro degli interessi della critica e in cui si vede in lui uno degli artisti che rappresentano il punto di svolta fra due grandi epoche della storia della musica, il romanticismo dell’Ottocento e la modernità del Novecento. Al momento della sua prima affermazione Debussy venne visto come impressionista, come l’equivalente in musica dell’impressionismo pittorico. Era una collocazione pressoché inevitabile ma che, dati i suoi rapporti con i poeti simbolisti Mallarmé e Maeterlinck, gli stava stretta, tanto che più tardi si cominciò a parlare di lui come simbolista. E l’appartenenza al simbolismo è sicuramente quella che meglio definisce, in senso generale, l’arte di Debussy. Ma Debussy aveva composto il suo primo capolavoro, la cantata La Damoiselle élue, su testo di Dante Gabriele Rossetti, esponente tra i maggiori dei preraffaelliti, e le sue ultime creazioni erano state contemporanee, nel tempo e nello spirito, della nascita dell’astrattismo a opera di Mondrian. Nella sua produzione per pianoforte si trovano i segni della sua evoluzione e attraverso di essa si possono dunque ripercorrere sinteticamente i diversi momenti della sua poetica, della sua poetica non solo di artista ma, si potrebbe dire, di “traghettatore” della musica, in parallelo con il passaggio di tutte le arti dall’Ottocento al Novecento».
Ilia Kim è nata in Corea, ha studiato in patria, Germania Austria e Italia e dal 1998 risiede in Italia. Dopo essere stata premiata in vari concorsi internazionali, ha iniziato una carriera concertistica che l’ha portata a suonare in Germania, Stati Uniti, Austria, Francia, Svezia, Finlandia, Olanda, Romania, Croazia, Polonia, Portogallo, Messico, Brasile, Italia e Cina, sia in recital solistici che con importanti orchestre internazionali.
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Mauro Mariani
Ufficio stampa della IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti
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Festival: un organo per Roma- concerto straordinario per Natale, venerdì 22 a SS Cosma e Damiano
COMUNICATO STAMPA
“Un Organo per Roma”, il festival ideato e diretto da Giorgio Carnini organizza un concerto straordinario per il Natale, venerdì 22 dicembre alle 18.00 nella Basilica dei SS Cosma e Damiani, ad ingresso gratuito. Il concerto è in collaborazione con IUC-Istituzione Universitaria dei Concerti, Accademia Filarmonica Romana, Conservatorio ”Santa Cecilia” e Camerata Italica.
Sono in programma musiche Giovanni Pierluigi da Palestrina e Johann Sebastian Bach, i due più grandi autori di musica sacra di ogni tempo. Di Palestrina saranno eseguiti tre brani per coro: “Sicut cervus”, “Exultate Deo” e “Magnificat”.
Di Bach si ascolteranno brani, sia vocali che strumentali: la “Pastorella” per organo, un’aria del “Magnificat”, un’altra aria e due cori dell’“Oratorio di Natale”. Inoltre le rielaborazioni di Bach di tre dei più mistici e suggestivi corali luterani: “Wachet auf, ruft uns die Stimme” (“Svegliatevi, la voce ci chiama”), “Nun komm, der Heiden Heiland” (“Ora vieni, salvatore delle genti”) e ”Jesus bleibet meine Freude” (“Gesù rimane la mia gioia), la cui esecuzione da parte del coro sarà preceduta dal relativo “Preludio al corale” per organo, come normalmente avveniva ai tempi di Bach. È un’opportunità oggi rara e preziosa di ascoltare quest’abbinamento, da cui sono nati tanti capolavori di Bach.
Gli interpreti sono il coro Ensemble Labyrinthus Vocum, l’organista Olga Di Ilio, il soprano Ma Fei, il contralto Maria Elena Pepi e la flautista Marta Rossi. Dirige Lorenzo Macrì.
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Mauro Mariani
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Concerto di Natale: valzer di Strauss come a Vienna, ma anche arie d’opera, perché siamo in Italia. Con il soprano Dilruba Akgün e l’Orchestra Roma Sinfonietta diretta da Gabriele Bonolis, all’Università di Roma “Tor Vergata”
COMUNICATO STAMPA
Le feste di Natale e fine anno si avvicinano a tempo di valzer. Non è più una tradizione solo viennese, perché il concerto di capodanno della capitale asburgica ha fatto scuola e anche Roma Sinfonietta con l’ultimo concerto del 2017 all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” saluta il suo pubblico a tempo di valzer, ma anche di mazurche, polche e danze ungheresi, mercoledì 20 dicembre alle 18 all’Auditorium “Ennio Morricone” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1). Partecipa al concerto il soprano Dilruba Akgün.
Ne sono protagonisti i due Strauss, padre e figlio, con i loro valzer, polche e mazurche, danze che non invecchiano mai, perché facevano impazzire i nostri bisnonni e i loro bisnonni e continuano ad affascinare noi, così come, c’è da scommetterlo, affascineranno i nostri bisnipoti. Ma non solo Strauss. Il programma sarà arricchito da cinque vivacissime e colorate Danze ungheresi di Brahms. E, poiché siamo italiani, non mancherà un po’ di melodramma, con la Sinfonia della Norma di Bellini.
L’Orchestra Roma Sinfonietta avrà il piacere di essere diretta da uno dei direttori con cui collabora più frequentemente, Gabriele Bonolis, nel cui curriculum figurano l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Orchestra Sinfonica “G. Verdi” di Milano, l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, il Festival dei 2 Mondi di Spoleto, l’Accademia Filarmonica Romana, l’Orchestra Sinfonica Nazionale Ceca, l’Opera di Stato di Dresda, l’Opera Reale di Muscat (Oman) e altre importanti istituzioni musicali italiane e straniere.
Nata a Izmir, la giovane Dilruba Akgün ha già attenuto grandi successi in patria, esibendosi all’Opera di Stato di Istanbul e con le orchestre sinfoniche di Ankara, Izmir e Antalya. È stata premiata in concorsi nazionale e internazionale e attualmente frequenta l’Opera Laboratorio – Corso di Alto Perfezionamento Internazionale per giovani cantanti lirici, organizzato dall’Ass. Roma Sinfonietta, nella classe della Prof.ssa Anna Vandi.
Biglietti: E. 12,00. Ridotti E. 8,00. Studenti E. 5,00
Acquistabili anche prima del concerto nell’autrio dell’auditorium
Info per il pubblico: 06 3236104, 06 32111712, 339 8693226
romasinfonietta@libero.it – http://www.romasinfonietta.com
Ufficio stampa dell’Associazione Roma Sinfonietta:
Mauro Mariani – mauromariani.roma@tiscali.it